#selfiedalmondo, parte 1

 

Untitled-1

Nel post di ieri vi abbiamo parlato del Progetto Erasmus e WorldWide Study. Tuttavia, la presentazione di queste due grandi esperienze formative non poteva considerarsi completa senza la testimonianza di chi le ha vissute in prima persona. Abbiamo quindi contattato Paola, studentessa venticinquenne frequentante il corso di Laurea Magistrale in Lingue per la Comunicazione Turistica e Commerciale, che ha gentilmente accettato di condividere con tutti noi il suo soggiorno all’estero, più in particolare alla Fitchburg State University in Massachusetts, Usa.

Cara Paola, cosa ti ha spinto a trascorrere un periodo di studi in un paese straniero?

«Mi sono iscritta al corso di Laurea Magistrale mentre già lavoravo e per questo motivo non ho mai potuto frequentare le lezioni. Quando ho saputo del WorldWide Study e dell’opportunità di trascorrere quattro mesi negli Stati Uniti ho presentato immediatamente domanda, senza pensarci un attimo. Cosa mi ha spinto? La voglia di immergermi totalmente in una nuova cultura e di vivere la quotidianità di un altro Paese, molto diverso dal mio. Il desiderio di parlare tutto il giorno tutti i giorni un’altra lingua, e di raggiungere una sensibilità linguistica pari a quella di un madrelingua. Infine, la possibilità di vivere un’esperienza unica con valore sia personale che professionale»

Quali sono le tre parole chiave che utilizzeresti per fotografare la tua esperienza WorldWide Study?

«La prima parola è senza dubbio SFIDA! Per quanto potesse sembrare facile e divertente, attraversare l’oceano da sola e andare a vivere in un luogo dove non conoscevo nessuno ed ero lontana da casa, dalle mie abitudini e da tutto ciò che conoscevo, non è stato facile. Ho sfidato molte delle mie piccole paure (tra cui quella della lavatrice!!!) e sono tornata diversa, più forte, più consapevole di me stessa.

La seconda parola è AVVENTURA. Tutto era nuovo e mi sono trovata a fare i conti con la mia intraprendenza: dall’aprire un conto in banca a stipulare un’assicurazione, dal parlare con i docenti e al vivere innumerevoli imprevisti, come perdersi nella metropolitana di New York, vedere un alce che attraversa la strada, spalare un metro di neve per muovere la macchina!

La terza parola è , infine, CAMBIAMENTO. Il WorldWide Study mi ha cambiato la vita e lo ricorderò per sempre. Ogni momento durante e dopo questa esperienza ha avuto e avrà un valore diverso: ho rivisto tutte le mie priorità, a partire dagli amici, la famiglia, la scuola e il lavoro. Ora il mondo mi sembra più piccolo e ho sempre una grandissima voglia di viaggiare, conoscere nuove culture e persone. Ho scoperto che chi viaggia vive davvero due volte»

Com’è la vita dello studente universitario all’estero? Da quali ritmi è scandita e come si distingue da quella in Italia?

In America ho potuto assaporare la magica esperienza del campus. Sembra quasi di essere in un piccolo villaggio dove devi condividere tutto con i tuoi compagni universitari: la camera, il salotto, la biblioteca, la cucina, la palestra e le feste. È un’occasione straordinaria per conoscere persone e convivere con loro, scoprendo ogni lato della cultura americana.

Il rapporto con i docenti è molto più personale, le classi sono più piccole e puoi davvero interagire con compagni e professori come a scuola. Le lezioni sono più pratiche e meno teoriche, ci sono tre o quattro esami per ogni corso durante il semestre, e c’è quasi sempre un lavoro di gruppo da fare con presentazione alla classe. I club a cui ti puoi iscrivere sono davvero tantissimi, per non parlare degli sport offerti. Ce ne sono un’infinità e tutti sono ammessi: l’importante è partecipare!»

Quali arricchimenti personali porterai con te?

«L’aver conosciuto tante persone fantastiche, l’aver avuto prova che l’integrazione funziona ed esiste: ho conosciuto africani, sudamericani, asiatici, europei e tutti vivevano in perfetta armonia. Porterò a casa, inoltre, l’aver migliorato il mio inglese, l’aver viaggiato e visto alcune tra le più belle città al mondo, senza parlare delle meraviglie della natura. È senza dubbio un’esperienza che non ha prezzo!».

E dalla mini-gallery “Selfie dal mondo” targata #univrtellers ecco qui la nostra Paola in visita alle Cascate del Niagara!

paola-zorzan1

#univrtellers | Francesca

 

Al di là delle mura: Erasmus e WorldWide Study

Untitled-1

Dopo aver fatto una chiacchierata sui servizi interni all’università, oggi vorrei accompagnarvi in un viaggio che esula dal nostro ateneo, oltrepassando anche quelle mura al di fuori delle quali, secondo William Shakespeare, non vi sarebbe mondo. L’università può infatti essere il trampolino di lancio per tuffarvi in un’esperienza che, stando alle parole di chi l’ha già fatta, ricorderete per sempre come una delle più belle e importanti della vostra vita: l’Erasmus. Molti studenti probabilmente sottovalutano l’opportunità offerta da questi scambi, grazie ai quali l’università ci offre il permesso di trascorrere un periodo di studio più o meno lungo presso un ateneo straniero. Per essere più presici, l’Erasmus gestisce la mobilità all’interno dell’Unione Europea, mentre il WorldWide Study, come suggerisce il nome stesso, supera anche questi confini.

Tuttavia, molti non sembrano essere particolarmente allettati dall’idea. Paura dell’ignoto? Fidanzati da cui è impossibile separarsi? Sì e no. Basta entrare nel chiostro e buttare lì l’argomento per farsene un’idea: la maggior parte degli studenti che rinunciano all’Erasmus portano come motivazione il timore delle varie trafile burocratiche che il trasferimento all’esterno comporta. Altri sembrano invece più preoccupati dall’aspetto finanziario della questione. Ovviamente non si può obiettare su quest’ultimo punto, ma vorrei in ogni caso ricordarvi che le borse di mobilità studentesca messe a disposizione per noi studenti non sono poi così esigue come molti pensano. Parte di questo contributo viene erogato dall’Unione Europea, che garantisce un importo mensile di 230 o 280 euro (in base alla destinazione scelta), mentre l’Università di Verona mette a disposizione un importo che varia di anno in anno. Giusto per darvi un’idea, gli studenti in partenza nell’anno accademico 2014/2015 riceveranno dall’Università 140 euro al mese. A questi si possono poi aggiungere i contributi rivolti agli studenti con condizioni socio-economiche svantaggiate e disabili e un ulteriore importo conferito, di solito alla fine del soggiorno, dal Ministero dell’Università.

Il soggiorno di studio Erasmus dura minimo tre mesi e massimo dodici mesi e la domanda di candidatura scade intorno alla metà di marzo. Il WorldWide prevede invece un soggiorno di un semestre o di un intero anno accademico e la domanda va presentata a febbraio.

Insieme al bando per l’assegnazione delle borse viene anche pubblicato l’elenco delle sedi con cui l’Università ha attivato lo scambio. Affianco a ogni sede troverete indicata la durata della permanenza (che appunto è stabilita a priori, ma volendo può essere prorogata fino a massimo dodici mesi o ridotta, in casi eccezionali, a tre) e la competenza linguistica richiesta (alcune università chiedono un A2, altre sono più esigenti e possono arrivare a chiedere un C1). La parte più complicata arriva probabilmente a questo punto, quando vi ritroverete a spulciare i siti di decine di università alla ricerca dei corsi che più vi interessano. So bene che può essere una procedura lunga e frustrante, ma probabilmente avrete già in mente il paese in cui vorreste andare e in ogni caso vi assicuro che gli sforzi saranno ripagati. E poi avrete comunque la possibilità di indicare una lista di tre università che vi interessano, quindi in questa fase vi è ancora concesso di non avere le idee ben chiare! Una volta consegnata la domanda, corredata di tutti gli allegati richiesti (accertatevi in anticipo di essere a posto con le certificazioni linguistiche e se non lo siete organizzatevi in anticipo per sostenere gli esami del CLA, il Centro Linguistico d’Ateneo di cui parleremo più avanti), sarete sottoposti a un colloquio motivazionale che, come tale, è semplicemente volto a capire perché avete scelto quelle destinazioni piuttosto che altre e a indirizzarvi verso la più adatta in base ai vostri interessi e al vostro percorso. A distanza di poco tempo, l’Università pubblicherà la graduatoria, che viene stilata tenendo conto del numero di esami sostenuti (e quindi dei crediti), della media, dell’esito del colloquio motivazionale e dei posti che le università ospitanti riservano a studenti Erasmus (non vi scoraggiate se vedete solo uno o due posti riservati all’Università che vi interessa: la commissione che stila le graduatorie farà di tutto per venire incontro alle vostre richieste e vedersi assegnare la prima opzione scelta non è affatto impossibile). Graduatoria alla mano, l’Ufficio Relazioni Internazionali si impegnerà a comunicare il vostro nome all’Università ospitante (nomination), mentre a voi spetterà il compito di inviare l’application, e preparatevi in anticipo perché i tempi tra la pubblicazione della graduatoria e la deadline dell’application sono davvero ristretti. Diciamo che, arrivati a questo punto, già dovreste aver deciso più o meno quali esami sostenere e magari aver preso contatti con i professori di Verona per chiedergli se possono essere riconosciuti, perché alcune università estere insieme all’application vi chiederanno subito il learning agreement, ovvero il piano di studi, con la lista dei corsi che avete intenzione di frequentare e i corrispettivi insegnamenti di Verona. Il learning agreement può essere modificato durante il soggiorno e, se compilato diligentemente e con la supervisione del professore incaricato (ogni sede ospitante ha un corrispondente professore di Verona che si occupa di gestire lo scambio e a cui potrete rivolgervi per dubbi o chiarimenti), servirà anche ad evitare la spiacevole situazione di non vedervi riconosciuti gli esami sostenuti al vostro rientro in Italia. Arrivati a questo punto, il più è praticamente fatto. Qualche università potrebbe richiedervi ulteriori test di competenza linguistica o imporre degli ulteriori prerequisiti per l’accesso ai singoli corsi ma, anche in questo caso, sono tutti ostacoli che con un po’ di buona volontà si superano.

Per qualsiasi dubbio (e per la consegna della documentazione) potrete rivolgervi all’ufficio di competenza.

Ufficio Relazioni Internazionali

Via San Zeno in monte, 1

Ricevimento studenti: lunedì – mercoledì – venerdì dalle 10 alle 13

Email: relazioni.internazionali@ateneo.univr.it

Per oggi direi che può bastare. Restate connessi: nei prossimi giorni pubblicheremo esclusive e affascinanti testimonianze di studenti che, proprio in questo momento, stanno vivendo questa avventura! A presto!

#univrtellers | Davide