#selfiedalmondo: Riccardo Vincenzi, cartoline dall’Etiopia

Riccardo Vincenzi

Cari followers oggi vi proponiamo l’esperienza di un altro studente #UNIVR. Stiamo parlando di Riccardo Vincenzi, 23 anni, iscritto alla magistrale di Editoria e giornalismo all’università di Verona, che lo scorso settembre è partito per un tirocinio di quattro mesi in Etiopia. Tutto grazie ai fondi europei ed al patrocinio della regione Emilia Romagna. Le associazioni di Moxa, Modena per gli altri e Parma per gli altri lo hanno selezionato come operatore nel settore della comunicazione, con finalità di monitoraggio delle attività svolte da quest’ultime in Etiopia. Riccardo ha raccontato le sue esperienze, viaggi e incontri su un blog, www.emiliachiamaetiopia.wordpress.com. Ecco un assaggio delle foto che potete ammirare!

Di ritorno dall’Etiopia lo abbiamo intervistato per conoscere come è andata 🙂

Raccontaci di te, chi sei, quali sono i tuoi studi e le tue passioni

Sono un super appassionato di scrittura e giornalismo. Per questo, dopo la laurea triennale in Lingue e Culture Eurepee all’Università di Modena, ho iniziato il corso di laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’univr. Accanto alla passione per la scrittura, coltivo anche un forte interesse per il mondo della coperazione internazionale e per la tematica, quanto mai attuale, della migrazione. In questo senso credo fermamente in un Europa volta all’integrazione, che guardi al diverso senza pregiudizi o vecchi retaggi; un’Europa che si faccia interprete di una società mondiale in continuo mutamento, destinata al multiculturalismo e al meticciaggio.

Il primo settembre hai iniziato questa splendida avventura in Etiopia. Come sei arrivato a questa opportunità?

Lungi dal sembrare retorico ma credo che la risposta più corretta sia proprio per caso. Grazie al Cerform, associazione di Sassuolo riconosciuta per la formazione professionale, e al bando Emilia Makers indetto dalla regione Emilia Romagna, ho fatto domanda per un tirocinio all’estero, con il desiderio di rendere più professionalizzante il mio percorso di studi. Quando ormai ogni speranza di essere contattato sembrava perduta, ecco che è giunto provvidenziale l’interessamento al mio CV da parte delle associazioni Modena per gli Altri e Parma per gli Altri, due Onlus con esperienza ventennale nel mondo della coperazione internazionale verso l’Etiopia.

Cosa ti ha spinto a trasferirti all’estero?

Sono sempre rimasto affascinato dalle culture che non mi appartengono e non ho mai avuto timore nell’affrontarle. Cerco sempre di rivolgermi al diverso con curiosità e interesse. Troppo spesso finiamo nella morsa delle nostre piccole sicurezze quotidiane, che non appena vengono turbate, ci provocano disturbo, a volte paura. Non ci rendiamo conto di quanto esse ci stritolino e ci impediscano di vedere. Credo che per svolgere una professione, che possa solo anche lontanamente ricondursi al giornalismo, non si debba cadere in questo tranello. Ho deciso di partire per questa esperienza perchè desideravo poter dare voce a chi solitamente non ne ha. Sia essa una persona o una realtà culturale. Non credo di esserci ancora riuscito, o forse solo parzialmente, ma l’entusiasmo rimane tanto e la voglia di scoprire non mi manca.

Che aspettative avevi nei confronti di questa nuova esperienza?

Dal punto di vista totalmente personale volevo finalmente sentirmi diverso in una terra che non conoscevo; capire cosa significa essere guardati con diffidenza e curiosità, vestire i panni dell’ospite e diventare testimone di un salutare dialogo interculturale tra realtà socialmente ed economicamente molto distanti, quali l’Italia e l’Etiopia. Sto cercando inoltre di approfondire le mie competenze giornalistiche nel vastissimo ambiente della comunicazione in un’ottica professionale futura. Sogno infine di lasciare un’impronta positiva nel territorio in cui opero, specialmente nelle persone con cui sono in contatto.

Hai incontrato particolari difficoltà in questa prima parte della tua permanenza all’estero? Che differenze socio-culturali stai avvertendo?

Ho senz’altro capito cosa significa convivere con l’imprevisto. Di certo gli etiopi (o almeno quelli con cui mi sono trovato a collaborare) non brillano per organizzazione e un cambio di programma, anche repentino, è all’ordine del giorno. Dall’altra parte mi sento di affermare che se da un lato la fragilità e la lentezza organizzativa del sistema in cui mi trovo a vivere può essere snervante per noi occidentali, dall’altro si ha la percezione che i rapporti umani siano più distesi e rilassati. In altre parole, se si ha un appuntamento ad una certa ora state certi che verrà immancabilmente ritardato ma sicuramente l’attesa sarà allietata da buon caffè, tè e ampi sorrisi.

Ti piacerebbe proseguire questa esperienza lavorando nell’ambito della cooperazione internazionale?

Mi piacerebbe senz’altro continuare a collaborare con il mondo delle ONLUS e delle ONG, soprattutto per l’aspetto che più mi compete, la parte comunicativa. Unire la mia passione per il volontariato alla sfera lavorativa sarebbe sicuramente molto gratificante.

#univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, la modernità e l’eleganza di Düsseldorf

Ciao a tutti! Oggi c’è posta per gli #univrtellers…un nostro appassionato follower ci ha scritto da Düsseldorf (Germania) dove sta trascorrendo il suo secondo anno accademico in Erasmus. È Marco Maffeis, di Mantova, che studia Lingue e letterature straniere nella nostra #univr.

Eccolo qua in mezzo ai festeggiamenti del carnevale di Colonia che inizia, forse per una strana passione tutta tedesca per i numeri, l’11/11 alle ore 11.11.

Marco Maffeis

Ma leggiamo cosa ha da raccontarci. E colgo così l’occasione per ricordarvi che il blog #univrtellers è aperto a tutte le esperienze di studenti #univr. Basta contattarci nei commenti o all’indirizzo univrtellers@gmail.com. Tutti possiamo diventare univrtellers, narratori della nostra università!!!

“L’anno scorso, non appena sono entrato nella vita universitaria veronese, ho sentito la necessità di partire per l’estero. Questo non tanto per scappare da Verona o dall’Italia, quanto per approfittare di una delle tante opportunità che offre l’univr, una possibilità che sentivo per me ancora più vantaggiosa perché l’esperienza mi ha insegnato che per parlare una lingua non basta studiarla sui libri, non basta conoscerne a memoria la grammatica o una lista più o meno grande di parole. Certo, questa è la base, ma in più bisogna immergersi nella lingua, sentirla giorno e notte, pensare in quella lingua, conoscere la cultura che sta dietro a essa, poter fare degli errori e correggerli quotidianamente.

Insomma, andare in Erasmus è stato per me un passo quasi automatico, come se l’avessi sempre voluto. E allora, da inesperta ed ingenua matricola, mi sono gettato in questa esperienza, iniziata nel più terribile dei modi: con moduli da compilare, file davanti agli uffici, mail spesso ignorate, tante attese e soprattutto l’indecisione. La nostra università offre tantissime mete Erasmus, tante che uno ha l’imbarazzo della scelta. Io volevo a tutti i costi andare in Germania, ma anche solo le sedi tedesche sono più di 20. Ho scelto con un certo criterio tre sedi, di cui la prima era Berlino – lo ammetto, l’ho sparata grossa – ma avanzava un’altra casella. Cosa mettere? Come decidere? A chi chiedere aiuto? Per quella situazione esiste una parola tedesca, che significa grosso modo “stato in cui non si sa cosa fare e come comportarsi”: Ratlosigkeit. Ecco, io ero in quella situazione. Alla fine ho inserito, non mi ricordo più perché, l’università di Düsseldorf. Bene, dopo qualche mese ho ricevuto una sorpresa inaspettata: ho scoperto di essere stato preso proprio a Düsseldorf, che era la mia ultima scelta; non era Berlino ma era pur sempre qualcosa.

Düsseldorf è il capoluogo del Nordrhein-Westfalen, lo stato federale più popolato della Germania e uno dei più ricchi, data la presenza del centro industriale della Ruhr. Colonia, Dortmund, Duisburg, Essen, Aquisgrana, Münster sono altri centri del Land. La città è la settima della Germania con i suoi 600.000 abitanti e si trova sulla sponda destra del Reno. In Germania è conosciuta come snodo economico e culturale, come luogo di nascita dello scrittore Heinrich Heine, per l’Accademia d’Arte e per la Königsallee, il viale dell’alta moda dove il passatempo preferito di me comune mortale è non lo shopping ma lo “shopping-watching”, ovvero guardare i ricconi e le riccone che passeggiano per il viale alberato con almeno due borse per braccio e giocare a indovinare quanto abbiano speso. È una città moderna ed elegante, a prima vista anche “con la puzza sotto il naso”, ma basta viverci un mese, nei posti giusti, per scoprire la sua parte giovane, alternativa e underground. L’università è uno di questi posti: la sede è un enorme campus, una vera cittadella della cultura, dove perdersi non è difficile, anzi è all’ordine del giorno. Il mio posto preferito è la Cafeteria, dove mi mescolo con i tedeschi studiando e bevendo del cattivo caffè americano.

Una delle cose più brutte finora di questo Erasmus è stato trovare casa. Tutto è cominciato quando in un giorno di piena estate mi è arrivata una mail dall’università ospitante che diceva che non c’era più posto negli studentati e che sostanzialmente dovevo arrangiarmi. C’è voluta una lunga odissea per arrivare all’appartamento dove sono adesso, ma ora sono davvero soddisfatto perché mi trovo molto bene con i coinquilini: mi sopportano quando invito gente, mi lasciano i miei spazi e soprattutto mi riempiono di complimenti quando cucino italiano.

La cosa più bella invece finora è il gruppo di amici che si è formato. Ormai siamo diventati una grande famiglia perché viviamo gioie e tristezze, divertimenti e disagi sempre insieme. Gli italiani sono la maggioranza degli Erasmus e quindi ho modo di parlare la mia lingua madre, anche se ho dovuto confrontarmi con i dialetti, le parlate e gli accenti più diversi da tutto lo stivale. Insomma, oltre al tedesco sto imparando anche l’italiano, cosa che non mi sarei mai aspettato.

Ora scrivo da casa mia in Italia perché sono tornato per le vacanze, ma fra pochi giorni sarò di nuovo in quella che ormai è diventata la mia seconda casa. Il passaggio tra Castiglione delle Stiviere e Düsseldorf è sempre fortissimo, ma dev’essere così. Purtroppo non sono riuscito a passare da Verona, ma mi manca tanto e non vedo l’ora di camminare ancora ai piedi dell’Arena o sotto le arcate del chiostro, di studiare in Frinzi e di bere uno spritz dopo gli esami.

La mia speranza e il mio augurio è quello di tornare in Italia alla fine del soggiorno e di vedere che qualcosa è cambiato in meglio. L’Italia vista da fuori e da lontano è più bella di quanto si possa immaginare, ma c’è ancora tanto da fare. Io credo nell’Italia. La materia prima c’è ed è di ottima qualità, siamo noi italiani che dobbiamo farne un capolavoro”.

#univrtellers | Marco

Alle prese con gli esami…

Studio matto e disperato

Abbuffate passate e abbuffate future, di cibo e di studio: ecco quello che è stato e quello che ci aspetta. Spero che le feste e il cibo ingerito a palate durante le vacanze natalizie non vi abbiano distolto l’attenzione dalla sessione d’esame ormai alle porte. Si perché gennaio e febbraio, per noi studenti #univr, sono sinonimi di esami, con tutto quello che comporta! Penso che vi potete benissimo riconoscere in almeno due dei punti che trovate sotto…in caso contrario vi consiglio di presentarvi al programma SETI della NASA, e non dimenticate di segnalare me come il primo ad aver stanato un extraterrestre sulla Terra 🙂

  • Riduzione al minimo della vita sociale
  • Biblioteche strapiene già dopo pochi minuti l’apertura
  • Studio matto e disperato
  • Dosi clamorose di caffe per tenersi svegli durante gli agognati ultimi giorni pre-esame
  • Chiedere aiuto, consigli, domande più frequenti su Facebook
  • Davanti ai libri, passare due minuti a studiare e altri due minuti a pensare a quanto ancora c’è da fare
  • Barricarsi in casa, rigorosamente in pigiama, il giorno prima dell’esame
  • All’improvviso, avere la sensazione di non ricordarsi niente
  • Postare su Instagram le foto della marea di scartoffie, appunti e schemi davanti a voi in cerca di conforto altrui

E, come fantasia per quanto riguarda gli #hashtag, penso vi meritate un 30 e lode politico. Eccone qua una lista dei più divertenti apparsi in questi giorni: #disperazione #noncelapossofare #epifania #portaviaacheunpodiesami #dovesonolevacanze #ilrogolofaccioio #altrochelavecchia #uncapitoloingeroglifico #misentoperplessa. Tutto, ovviamente, associato all’hashtag #univr.

Studio matto e disperato

Mantenere un quanto meno accettabile benessere psicofisico durante la sessione pre esami è veramente difficile. E, peggio ancora, non c’è alcun consiglio scientificamente dimostrato su come superarla. Eccetto uno: studiare e conoscere i punti deboli del professore in questione 🙂 Avanti tutta ragazzi!!!

#univrtellers | Davide

Pass Magazine, l’intervista

Redazione Pass Magazine

Redazione Pass Magazine

Mancano pochi giorni alle vacanze natalizie e oggi vi regaliamo un’intervista con Miriam Romano, direttrice editoriale di PASS Magazine. “Per chi non lo sapesse – ci ricorda Miriam – Pass è il magazine degli studenti dell’università di Verona. È stato ideato nel 2007 da un gruppo di ragazzi di varie facoltà, per creare legami tra tutti i frequentatori dell’ateneo, comunicare al suo interno, condividere riflessioni ed esperienze, in breve dare un viso e una voce a un’università che è purtroppo spesso anonima. L’intento è quello di dare parola a chiunque voglia dare la propria opinione, esporre una lamentela, una critica o domandare chiarimenti in merito a temi di interesse studentesco. Ma anche, e perché no, a chi abbia voglia di raccontare, di far ridere oppure di scrivere per il puro piacere della scrittura. Per questi motivi PASS è a disposizione di tutti i 23 mila iscritti dell’ateneo. PASS è un laboratorio aperto a tutti quelli che abbiano voglia di imparare, scrivere, ma anche di insegnare a noi ciò che ancora non sappiamo di questa fantastica professione, che è il giornalismo. Per poter partecipare, basta mandare una richiesta di collaborazione al nostro indirizzo email (passunivr@gmail.com)”.

Ma quali sono gli argomenti che tratta il vostro magazine?

PASS nasce e si sviluppa su un doppio binario: quello strettamente universitario, che tratta di argomenti inerenti al nostro ateneo, e quello che ricomprende diversi temi, dall’arte al sociale, dal cinema alla musica. In questa seconda parte, “più libera”, gli studenti esprimono la propria creatività a seconda di quelli che sono i propri interessi e le proprie passioni.

Siete studenti che scrivono sulla vostra università. Questo rapporto è un vantaggio o, a volte, un limite?
Il limite dell’essere studenti, che scrivono sulla propria università, o meglio il rischio, è quello di riportare un unico punto di vista, quello appunto studentesco, oltrepassando i canoni dell’oggettività e fornendo informazioni “parziali”. Ma è appunto un rischio e noi stiamo ben attenti a evitarlo, cercando sempre il contraddittorio, tramite ad esempio interviste ai professori. Però, riteniamo anche che sia un gran punto di forza, perché, come detto all’inizio, PASS nasce per dare la possibilità di esprimersi al corpo studentesco, e quindi a un’università che non viene raccontata da altri giornali. I nostri pezzi, in questo modo, sono sempre inediti perché sono l’espressione di un punto di vista che solo noi possiamo raccontare.

Il vostro giornale è sia cartaceo, digitale e social. Come gestite il rapporto tra questi aspetti e quale è il predominante?

Senz’altro l’aspetto dominante è il cartaceo. Infatti è una rivista mensile distribuita in tutte le facoltà. L’idea, che ha dato vita a PASS, era quella di creare un giornale che potesse essere a disposizione dello studente durante la sua vita universitaria, che si potesse sfogliare nelle pause tra una lezione e l’altra, al bar prima di iniziare a studiare, per poi riporlo nello zaino e riaprilo sull’autobus o in treno al ritorno a casa. Ovviamente, però, oggi l’informazione per poter raggiungere una più vasta platea, non può prescindere dall’utilizzo di Internet. Per questo abbiamo creato il sito Internet e potenziato la sua diffusione sui Social.

#univrtellers | Davide

#DoNotMissTheChicken

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Buongiorno cari amici univrtellers! Reduce da un incontro ravvicinato del “Tacche tipo” posso affermare con certezza che le esperienze deliranti capitano anche al di fuori dei film. Proprio l’altro giorno, mentre stavo vagando per i corridoi del Polo Zanotto alla ricerca della redazione della Gallina Ubriaca, probabilmente alcuni di voi sapranno di cosa io stia parlando, mi sono imbattuta in un singolare quanto bizzarro figuro.

Dopo un’ora di giri a vuoto, e quando stavo per perdere le speranze, una voce baritonale che parlava a volume sostenuto è giunta alle mie orecchie, lo si sentiva per tutto il corridoio! Insomma, curiosa mi sono avvicinata alla fessura per sbirciare all’interno. Un ragazzo dalla chioma chiara e arruffata stava parlando a un gruppo di persone che, a dirla tutta,  sembrava stessero facendo tutto fuorché ascoltarlo. Mi è venuta subito in mente la scena del cappellaio matto in “Alice nel paese delle meraviglie”, ovviamente mi è scappato da ridere, forse un po’ troppo forte. Un ragazzo con gli occhiali si è accorto della mia presenza e prima che potessi scappare, come un fulmine, mi sono ritrovata davanti al baritono sorridente. Allora mi sono resa conto di essere arrivata! Il cuore della Gallina Ubriaca era davanti a me.

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#univrtellers | Francesca

Laureati, vi riconoscete?

Scaricate tutta la tensione amici dottori 🙂 Piangete di gioia, rallegratevi ma soprattutto stringete la mano a voi stessi: ce l’avete fatta. Anche l’ultimo scoglio della vostra vita universitaria, la laurea, è stato superato brillantemente. Quanta fatica, studio, ricerca e sacrifici in quei pochi minuti di discussione che avete sostenuto. In fondo, molti di voi penseranno adesso, non era poi così difficile, la grande quantità di lavoro era già stata fatta. Almeno per me è stato così. Partono adesso i festeggiamenti, le corone di alloro preparate con grande soddisfazione dai vostri genitori, e, ahimè, le uova e la farina che i vostri amici vi lanceranno senza pietà e con il sorriso fra i denti. Fa parte tutto del gioco. E godetevelo fino in fondo: è il vostro momento. Il domani, poi, sarà uguale a tutti gli altri giorni. Le solite routine quotidiane! Tra chi si prenderà un anno sabbatico, chi cercherà disperatamente lavoro e chi avrà lo sguardo rivolto verso un altro periodo di studio, la vita va avanti.

Ieri il Polo Zanotto era bandito a festa: tantissimi laureati, parenti e amici. Abbiamo voluto immortalare questi momenti indimenticabili dentro la nostra polaroid. Ecco i vostri volti sorridenti…

 

P.s. Le file burocratiche non hanno mai fine però…Vuoi ritirare la pergamena? Basta inserire la matricola in questo spazio per verificare se è stata stampata. Per ritirarla basta andare all’ ufficio diplomi nel chiostro di San Francesco.

#univrtellers | Francesca con il supporto di Davide

 

Rappresentanti studenti, dove candidarsi

marta-

Si avvicina il tempo di elezioni, cari studenti UNIVR. E, prima ancora, di candidature! Il countdown alla vostra destra è preciso come un orologio svizzero. Il tempo scorre: il termine ultimo per candidarsi è lunedì 10 novembre, entro le 12.

Basta parole, servono i fatti. Quante volte, dai “grandi” politici del nostro tempo, abbiamo sentito queste parole? Molte, forse troppe. Tutti noi, nel nostro piccolo di studenti, abbiamo varie idee e visioni che vorremo mettere in pratica. L’occasione per farle emergere e per proporre soluzioni ai problemi che nascono durante la vita universitaria è alle porte. Come dice il nostro motto, è ora di metterci il vo(l)to, entrare in gioco in prima persona per discutere e collaborare insieme per il futuro del nostro ateneo e soprattutto degli studenti. L’opportunità di fare, perché no, anche una nuova esperienza è rivolta anche a te. Candidarsi è semplicissimo! Basta recarsi in uno di questi punti di raccolta:

  • Ufficio Elettorale – Palazzo Giuliari, Via dell’Artigliere, n. 8 – Verona;
  • Ufficio Elettorale – Aula Rappresentanti degli Studenti – Polo Zanotto – Viale dell’Università 4;
  • Dipartimento di Scienze Giuridiche – Palazzo ex Zitelle, Via Montanari, n. 9 – Verona;
  • Scuola di Medicina e Chirurgia – Lente Didattica, P.le Scuro, n. 10 – Verona;
  • Scienze MM.FF.NN. – Palazzo Ca’ Vignal 2 – Strade Le Grazie, n. 15 – Verona;
  • Scienze Motorie, Via Casorati, n. 43 – Verona;
  • Villa Ottolini-Lebrecht, Via della Pieve, S. Floriano di S. Pietro in Cariano (VR);
  • Complesso Universitario Ambito Economico, Viale Margherita, n. 87 – Vicenza;
  • Polo Universitario delle Professioni Sanitarie ULSS 6 Vicenza, Contrà S. Bortolo, n. 85 – Vicenza;
  • Polo Universitario delle Professioni Sanitarie sede di Trento, Via Briamasco, n. 2 – Trento (anche per il Polo di Ala e di Rovereto);
  • Scuola Provinciale Superiore di Sanità Claudiana di Bolzano, Via Lorenz Böhler, n. 13 – Bz.

Se avete dubbi o volete ulteriori informazioni contattate l’Ufficio Elettorale alla mail ufficio.elettorale@ateneo.univr.it

   #univrtellers | Francesca

Mettici il vo(l)to anche tu

foto volto

Bentornati! Dopo il cambio dell’ora e notti di festa, mi sveglio dal week end ancora frastornato scoprendo di aver dimenticato di aggiornare la sveglia. Prima di uscire di casa do uno sguardo allo specchio e mi ricordo che da oggi parte METTICI IL VO(L)TO, e che potrei essere  io uno dei nuovi volti del consiglio studentesco. Ma cos’è? Una nuova sezione dedicata all’imminente elezione studentesca in cui tutti noi, studenti dell’UNIVR, saremo chiamati a participare in prima persona, con il volto e/o con il voto. Come candidati e come elettori. L’appuntamento è per mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre. Si voterà per il rinnovo delle rappresentanze studentesche negli organi di governo e nelle strutture didattiche dell’ateneo per il biennio accademico 2014-2016. Una di queste è il Consiglio degli Studenti. Per capire meglio di cosa si tratta e della sua utilità per gli studenti abbiamo incontrato Maria Giovanna Sandri, presidente del Consiglio…

https://www.youtube.com/watch?v=rGF8WSJuUjU

#univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, parte 4

Ciao univrtellers fans! Ritorna, in questo fine settimana soleggiato, l’appuntamento dedicato alle esperienze di studio all’estero. Lo facciamo con una nostra “vecchia” conoscenza, Camilla Raffaelli, studentessa di Marketing e Comunicazione d’Impresa all’università di Verona, che ha trascorso il World Wide Study alla University of Massachusetts di Boston.

Cosa ti ha spinto a trascorrere un periodo di studi all’estero?

Dopo aver vissuto l’Erasmus, volevo fare un’esperienza simile ma che mi portasse fuori dai confini europei, di preciso in America. Ho cercato se e quali opportunità ci fossero e dopo aver scoperto l’esistenza del World Wide Study sapevo che avrei fatto domanda. Quando mi sono iscritta alla magistrale in Marketing l’obiettivo cui puntavo era quello, perché queste sono il tipo di esperienze che solo l’università ti può offrire, che arricchiscono la tua persona e il tuo curriculum. Sono opportunità che, se non fatte ora, si rimpiangono poi; tutti dovrebbero avere il coraggio di coglierle. Una parte di me voleva “fuggire” da qui per capire cose ci poteva essere lontano, capire quale direzione prendere per il futuro, capire se l’America era un punto d’arrivo o di partenza.

Quali sono le tre parole chiave che utilizzeresti per fotografare la tua esperienza World Wide Study?

Indimenticabile – Formativa – Matura

Com’è la vita dello studente universitario all’estero? Da quali ritmi è scandita e come si distingue da quella in Italia?

La vita dello studente americano è organizzata in semestri che sono a loro volta suddivisi a metà. Diventa molto frenetica a ridosso dei “midterms” (esami di metà corso) e degli esami finali (finals), mentre è più rilassata nei periodi centrali. La frequenza alle lezioni è obbligatoria, salvo piccole eccezioni. Le classi sono di numero contenuto, favorendo la partecipazione attiva e il dialogo tra studenti e professori. Il voto finale è comprensivo di diversi fattori: partecipazione, saggi brevi, presentazioni ed esami. Molto della vita degli studenti americani ruota attorno allo sport, alla partecipazione a club e la percentuale maggiore se non quasi la totalità lavora.

Quali arricchimenti personali porterai a casa?

Porterò con me la consapevolezza di aver fatto la scelta migliore che potessi fare per la mia formazione, di aver rischiato tanto ma aver ricevuto tanto; di essere in grado di vivere in una grande città, di cambiare i miei ritmi di vita, di adattarmi al punto da non voler più tornare, di essere lontana da famiglia e amici, ma di sentirli comunque vicini e di non aver paura a vivere la mia di vita, ovunque mi porti. L’America è un mondo diverso ma che può offrire molte opportunità, molti legami, molte prospettive nuove, senza mai dimenticare il punto da cui si è partiti.

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Qualcuno di voi ha già fatto o ha in programma un’esperienza all’estero? Se si, fateci sapere in quali luoghi avete studiato o verso quali mete siete diretti 🙂

#univrtellers | Francesca