Ricerca e Futuro, una promessa stupenda?

Giornata di festa, speranza e riflessioni ieri al polo Zanotto della nostra UNIVR. Sì perchè la nostra università di Verona ha spento 32 candeline all’inaugurazione dell’anno accademico. E l’invitata d’eccezione, Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente di Farmacologia all’università di Milano, è stata super, coinvolgente ed emozionante. La forza delle sue parole, ne sono sicuro, ha scosso anche gli animi più duri e annoiati presenti alla cerimonia. E la standing ovation finale a lei riservata ne è stata la testimonianza: da brividi.

La prima immagine che ci ha mostrato è una bellissima metafora per parlare di ricerca e, se vogliamo, di lavoro in generale. Chiudete gli occhi per un attimo e pensate di essere in un deserto. I vostri piedi bruciano a contatto con la sabbia cocente, nessun filo d’aria vi sfiora per lenire la vostra pelle secca. Siete in trappola.

Deserto

Tutto dipende però dai punti di vista. Il deserto è sì un luogo impervio e insicuro ma anche libero, ricco di percorsi, strade alternative e mai esplorate da percorrere per chi ne ha la forza e lo spirito d’iniziativa. Ecco l’invito a noi studenti e giovani che “siamo chiamati ad attraversarlo senza sicurezze, ma con grande voglia e coraggio di voler scoprire quello che non si conosce. Non bisogna accontentarsi di quello che si sa.” La scienza è un viaggio nel non conosciuto e, in Italia, è una strada molto difficile. Come ha ammesso infatti la senatrice a vita, “università e ricerca in Parlamento non esistono. E se si tolgono risorse alla scienza si blocca la crescita della società civile. Dobbiamo quindi riconquistare il ruolo pubblico di scienziati e intellettuali”.

Parole che riecheggiano in quelle offerte da Maria Giovanna Sandri, presidente del consiglio degli studenti. “Università, e conseguentemente istruzione e ricerca, devono essere i pilastri di un paese che ha l’ambizione di poter crescere e garantire ai suoi giovani il futuro che meritano e che tentano di costruire con fatica e sacrifici, a partire da queste mura. Queste mura, tuttavia, vengono ogni giorno incrinate e riempite di crepe a causa di riforme sprovvedute e miopi. La sfida è ancora più difficile, visto il clima che ci circonda. Se ho capito qualcosa nel corso di questo mandato di rappresentanza, è che dobbiamo essere noi, studentesse e studenti, la forza trainante dell’università di Verona. Dobbiamo cominciare a vivere queste mura. Reagire. Far sì che le crepe di un sistema non all’altezza vengano riempite dalla nostra energia, dalle nostre proposte, dalla nostra voglia di fare, dal nostro senso critico, dal nostro entusiasmo”.

Per gli interventi di Nicola Sartor, rettore dell’ateneo, e Tiziana Franco, ordinario di Storia dell’arte medievale, vi rimando all’articolo completo di Univrmagazine.

#univrtellers | Davide