Non v’è mondo fuor di queste mura. Chiediamo la grazia in vista della sessione settembrina

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Vi siete ripresi dalla lunga camminata e dai molti scalini fino al belvedere di San Pietro? Avete bevuto qualcosa di fresco nel bar più bello e piccolo di Verona? Bene, perché oggi ci rincontriamo nello stesso bar e riprendiamo il nostro percorso proprio da dove l’avevamo interrotto lo scorso sabato, con un fugace sguardo sul Duomo, la cattedrale di Santa Maria Matricolare. Suvvia, non storcete il naso appena sentite parlare di chiese! La sessione estiva sarà pure finita (o quasi), ma lo sappiamo tutti che settembre è dietro l’angolo e potreste approfittare di questo tour per chiedere la grazia in vista degli esami. Bando alle ciance. Il duomo, dicevamo. La costruzione del duomo di Verona venne portata a conclusione nell’anno 1187, ma sono stati molti gli interventi che, nel corso dei secoli, ne hanno modificato l’aspetto, fino ad arrivare a quello che potete ammirare oggi. La facciata, ad esempio, risale al Cinquecento, e prima di allora non aveva né il rosone né le bifore laterali. Tra l’altro, se osservate attentamente riuscirete a notare i punti ricostruiti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, come le parti in cemento armato nella parte più alta. Particolarmente interessante, poi, è l’enorme campanile e le varie leggende che lo accompagnano. La parte più bassa è romanica, quella mediana risale al Cinquecento, mentre la superiore fu costruita solo tra il 1800 e il 1900 ma rimase incompiuta. Infatti, come avrete notato, al campanile manca la cuspide, ovvero la parte superiore. Perché? C’è chi dice che il progetto del campanile prevedesse una cuspide più alta della Torre dei Lamberti, che però, stando alla normativa comunale, non poteva essere superata da nessun edificio. In realtà, è più probabile che i lavori siano stati arrestati per mancanza di fondi. La cuspide doveva essere molto alta e, conseguentemente, i costi per portare i materiali in cima troppo alti. La torre è infatti alta 75 metri e comprende nove enormi campane risalenti al 1931, la maggiore delle quali pesa bel 4566 chilogrammi, tanto che secondo alcune teorie si tratterebbe di uno dei maggiori complessi al mondo a poter essere suonato a concerto. Teorie e leggende a parte, anche il chiostro è molto bello, e il locale reperimento di alcuni mosaici romani ha fatto pensare alla possibile presenza delle terme romane. Ciò tuttavia non è del tutto provato, anche perché si è sempre preferito non scavare troppo sotto al duomo. Vicino al chiostro troverete anche la chiesa di Sant’Elena, molto probabilmente la prima chiesa della città, la più antica. È purtroppo chiusa al pubblico, ma merita anche dall’esterno. Tornando indietro, già che ci siete potreste soffermarvi un po’ nella biblioteca capitolare, la più antica di Verona, che si trova proprio sulla piazza del duomo.

Spero che con questa breve sosta in biblioteca vi siate riposati, perché ora è il momento di fare una bella camminata che probabilmente vi stancherà un po’ e di raggiungere la basilica di San Zeno, una chiesa a sé stante perché nata fuori dalle antiche mura. Si tratta di un monastero e di uno dei capolavori romanici che la nostra penisola offre. Guardando il lato destro della chiesa è possibile notare le varie fasi dell’ampliamento dell’edificio. Le maestranze sono infatti state numerose e probabilmente hanno anche lavorato in concomitanza e ciò, oltre che dall’esterno, si nota anche nella cripta inferiore. Degne di nota sono, ovviamente, la pala del Mantegna e la statua di San Zeno che ride, ma anche il bellissimo portale: uno dei pochissimi esempi di arte bronzea con soggetto civile. Come nel caso del duomo, anche qui vi consiglio di soffermarvi nel bellissimo chiostro.

Tornando verso il centro della città cogliamo al volo l’occasione e passiamo lungo corso Cavour per visitare due chiese “minori” ma molto suggestive. La prima è San Lorenzo Martire, una chiesa medievale che pare risalire al IV secolo. La chiesa fu completamente distrutta dal violento terremoto che nel 1117 cancellò quasi tutte le tracce di arte alto-medievale veronese, lo stesso che distrusse la recinzione esterna dell’Arena, e fu ricostruita agli inizi del XII secolo. La facciata, piuttosto nascosta e visibile soltanto dal Lungadige, è affascinante perché racchiusa tra due torri cilindriche, mentre l’interno, molto stretto, possiede ancora il matroneo. La seconda chiesa che troviamo in zona è Sant’Eufemia. È piuttosto anonima se vista dall’esterno, ma l’interno è molto affascinante a causa delle dimensioni sproporzionate. La chiesa è infatti bassa ma lunghissima e, seppur non in un ottimo stato di conservazione, merita sicuramente di essere visitata.

Proseguendo per Corso Porta Borsari, oltrepassiamo Piazza Erbe e giungiamo alla bella Sant’Anastasia (originariamente San Pietro Martire). Fa parte di un complesso monastico ed è ufficialmente la chiesa dei veronesi, ornata all’interno con stemmi del comune di Verona ad esaltazione della potenza della città. L’impianto è più a soggetto rispetto a San Zeno, che invece è fortemente progressiva. La decorazione esterna è incompiuta ma sicuramente compiuto è il portale gotico. L’interno è invece davvero ricco di affreschi e decorazioni, tra i quali spunta l’affresco del Pisanello.

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Tornando verso la nostra base, la zona universitaria, il nostro viaggio si conclude a San Fermo (qui una piccola chicca). Anche questa chiesa fa parte di un complesso monastico e il chiostro è attualmente la sede della sovrintendenza dei beni culturali di Verona. La chiesa si sviluppa su due livelli e l’elemento più affascinante del livello superiore è sicuramente il soffitto, unico nel suo genere, che riproduce una nave completamente in legno rivoltata. Dentro la chiesa sono anche presenti dei modellini che spiegano come sia possibile sostenere la nave con delle funi. All’interno di San Fermo Maggiore ci sono anche molte decorazioni e cappelle che davvero meritano mezzora del vostro tempo. San Fermo Minore, ovvero il livello inferiore, è una normale cripta, ma la peculiarità è l’assenza di una navata centrale. Ci sono infatti una fila di colonne centrali che spezzano la visione e impediscono la visuale completa della cripta. Si tratta di numerose colonne molto piccole, evidentemente necessarie a sostenere il peso della chiesa superiore.

Bene, per oggi direi che vi ho tediato e fatto camminare abbastanza. Dopo essere usciti da San Fermo, vi lascio sul bellissimo scorcio di Ponte Navi e vi do appuntamento alla prossima puntata! 🙂

 #univrtellers | Davide

Non v’è mondo fuor di queste mura: una passeggiata tra la storia e i vostri pensieri

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Davvero interessante la testimonianza di Paola, non trovate? E voi avete mai fatto un’esperienza del genere?

Ora però è il momento di tornare in quel di Verona per il secondo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata alla città scaligera. Lo scorso sabato abbiamo parlato delle principali mete turistiche: casa e tomba di Giulietta e Arena. Argomenti magari un po’ scontati per chi vive a Verona, ma andando avanti speriamo di trovare scorci nascosti che possano stimolare la curiosità di tutti.

Oggi il nostro viaggio comincia a Ponte delle Navi. Un ponte che sicuramente conoscete molto bene dal momento che collega la zona universitaria al centro di Verona. L’unico (oltre naturalmente a quello di Castelvecchio) ad essere stato costruito dagli scaligeri, al fine di colmare l’assenza di un collegamento con la parte est della città. Da Ponte Navi, e dal bellissimo scorcio sulla basilica di San Fermo (non mi stanco mai di contemplarla!), ci muoviamo ora verso nord, quindi verso destra se venite dall’università o verso sinistra se invece venite dal centro, e oltrepassiamo Ponte Nuovo. Avete già indovinato la nostra destinazione, vero? Prima di arrivarci lasciate che vi sveli una piccola curiosità. Per coloro di voi che non lo sapessero, tra Ponte Nuovo e il noto Ponte Pietra un tempo c’era un altro ponte: Ponte Postumia. Insieme a Ponte Pietra, era uno dei due ponti romani di Verona e sorgeva proprio nel punto in cui oggi trovate la bellissima basilica di Sant’Anastasia, che ai tempi non era ovviamente ancora stata costruita. Il ponte, esclusivamente pedonale, era in marmo rosa di Verona e aveva un’anima in legno, ma oggi vive solo nella memoria di alcune illustrazioni d’epoca.

Più vivo che mai è invece l’affascinante Ponte Pietra, completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale (come tutti i ponti di Verona) e successivamente ricostruito. Ponte Pietra è il collegamento con la zona più antica della città, la nostra destinazione: colle San Pietro. Ebbene sì, la parte più antica, quindi quella archeologicamente più interessante. La città di Verona nasce infatti proprio sulla collina, punto strategico per il controllo sull’Adige, e solo successivamente si sposta in pianura. Fu proprio in questa zona che vennero ritrovate tracce di insediamenti preromani. Storia a parte, se siete dei fotografi o se semplicemente amate panorami e tramonti non potete fare a meno di visitare questa zona di Verona. La strada per arrivare in cima non è poi neanche troppo lunga e durante il tragitto avrete anche la possibilità di sbirciare dentro al Teatro Romano, che nel periodo estivo ospita splendidi concerti.

Una volta arrivati in cima, oltre al bellissimo panorama che vi consiglio di ammirare sia di giorno che di notte, troverete un imponente edificio. In questo posto, un tempo si ergeva l’antico Castrum romano di cui oggi, purtroppo, pressoché nulla rimane. Alla fine del XIV secolo, infatti, Gian Galeazzo Visconti decise di trasformarlo in un castello, che sarebbe servito come residenza per il comandante militare. Il castello cadde però in rovina a inizio 1800, quando venne quasi completamente distrutto da Napoleone. Di lui oggi rimane soltanto l’altissimo muraglione in pietra nella parte posteriore, tristemente abbandonato ma ancora maestoso. Qualche anno dopo, intorno al 1850, si decise di dare il via alla costruzione di una caserma austriaca e l’edificio che ne risultò è quello che potete ammirare tutt’oggi. L’impronta austriaca è ben riconoscibile dai portali, ma il risultato finale non entusiasmò gli abitanti di Verona, motivo per cui, successivamente, si decise di aggiungere la merlatura. La caserma è attualmente disabitata e i numerosi progetti di recupero sono purtroppo difficili da attuare.

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Location ideale per una serata romantica, ritiro momentaneo per rifugiarsi nei pensieri con l’iPod sparato nelle orecchie, set fotografico d’eccellenza, punto di partenza (o arrivo) per una rilassante corsetta sui colli veronesi. San Pietro può essere tutto questo e molto altro e il pensiero di andarvene vi regalerà qualche sospiro malinconico. Ma niente panico! Prima di reimmergervi nel trambusto cittadino potreste concedervi una piccola deviazione. Tanto per cominciare potreste prendervi un momento di relax lungo le sponde dell’Adige. Proprio sotto a Ponte Pietra c’è infatti un sentiero che costeggia il fiume: il posto ideale per un po’ di sano stream of consciousness. E già che ci siete, se avete un altro quarto d’ora potreste rinfrescarvi dal caldo di questi giorni andando a bere qualcosa di fresco in uno dei bar più belli (e piccoli) di Verona. Continuate a costeggiare esternamente il fiume verso la parte ovest, attraversate il primo ponte che incontrate (Ponte Garibaldi) e raggiungete la piazza del Duomo. Posizionatevi al centro della piazza e, già che ci siete, ammirate la cattedrale. Ci siete? Bene, ora voltatevi, guardatevi intorno e ditemi se notate qualcosa di delizioso. Ma ora basta parlare. «Parole, parole, parole…» 🙂

Ci leggiamo lunedì. Buon fine settimana!

#univrtellers | Davide