#selfiedalmondo: Riccardo Vincenzi, cartoline dall’Etiopia

Riccardo Vincenzi

Cari followers oggi vi proponiamo l’esperienza di un altro studente #UNIVR. Stiamo parlando di Riccardo Vincenzi, 23 anni, iscritto alla magistrale di Editoria e giornalismo all’università di Verona, che lo scorso settembre è partito per un tirocinio di quattro mesi in Etiopia. Tutto grazie ai fondi europei ed al patrocinio della regione Emilia Romagna. Le associazioni di Moxa, Modena per gli altri e Parma per gli altri lo hanno selezionato come operatore nel settore della comunicazione, con finalità di monitoraggio delle attività svolte da quest’ultime in Etiopia. Riccardo ha raccontato le sue esperienze, viaggi e incontri su un blog, www.emiliachiamaetiopia.wordpress.com. Ecco un assaggio delle foto che potete ammirare!

Di ritorno dall’Etiopia lo abbiamo intervistato per conoscere come è andata 🙂

Raccontaci di te, chi sei, quali sono i tuoi studi e le tue passioni

Sono un super appassionato di scrittura e giornalismo. Per questo, dopo la laurea triennale in Lingue e Culture Eurepee all’Università di Modena, ho iniziato il corso di laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’univr. Accanto alla passione per la scrittura, coltivo anche un forte interesse per il mondo della coperazione internazionale e per la tematica, quanto mai attuale, della migrazione. In questo senso credo fermamente in un Europa volta all’integrazione, che guardi al diverso senza pregiudizi o vecchi retaggi; un’Europa che si faccia interprete di una società mondiale in continuo mutamento, destinata al multiculturalismo e al meticciaggio.

Il primo settembre hai iniziato questa splendida avventura in Etiopia. Come sei arrivato a questa opportunità?

Lungi dal sembrare retorico ma credo che la risposta più corretta sia proprio per caso. Grazie al Cerform, associazione di Sassuolo riconosciuta per la formazione professionale, e al bando Emilia Makers indetto dalla regione Emilia Romagna, ho fatto domanda per un tirocinio all’estero, con il desiderio di rendere più professionalizzante il mio percorso di studi. Quando ormai ogni speranza di essere contattato sembrava perduta, ecco che è giunto provvidenziale l’interessamento al mio CV da parte delle associazioni Modena per gli Altri e Parma per gli Altri, due Onlus con esperienza ventennale nel mondo della coperazione internazionale verso l’Etiopia.

Cosa ti ha spinto a trasferirti all’estero?

Sono sempre rimasto affascinato dalle culture che non mi appartengono e non ho mai avuto timore nell’affrontarle. Cerco sempre di rivolgermi al diverso con curiosità e interesse. Troppo spesso finiamo nella morsa delle nostre piccole sicurezze quotidiane, che non appena vengono turbate, ci provocano disturbo, a volte paura. Non ci rendiamo conto di quanto esse ci stritolino e ci impediscano di vedere. Credo che per svolgere una professione, che possa solo anche lontanamente ricondursi al giornalismo, non si debba cadere in questo tranello. Ho deciso di partire per questa esperienza perchè desideravo poter dare voce a chi solitamente non ne ha. Sia essa una persona o una realtà culturale. Non credo di esserci ancora riuscito, o forse solo parzialmente, ma l’entusiasmo rimane tanto e la voglia di scoprire non mi manca.

Che aspettative avevi nei confronti di questa nuova esperienza?

Dal punto di vista totalmente personale volevo finalmente sentirmi diverso in una terra che non conoscevo; capire cosa significa essere guardati con diffidenza e curiosità, vestire i panni dell’ospite e diventare testimone di un salutare dialogo interculturale tra realtà socialmente ed economicamente molto distanti, quali l’Italia e l’Etiopia. Sto cercando inoltre di approfondire le mie competenze giornalistiche nel vastissimo ambiente della comunicazione in un’ottica professionale futura. Sogno infine di lasciare un’impronta positiva nel territorio in cui opero, specialmente nelle persone con cui sono in contatto.

Hai incontrato particolari difficoltà in questa prima parte della tua permanenza all’estero? Che differenze socio-culturali stai avvertendo?

Ho senz’altro capito cosa significa convivere con l’imprevisto. Di certo gli etiopi (o almeno quelli con cui mi sono trovato a collaborare) non brillano per organizzazione e un cambio di programma, anche repentino, è all’ordine del giorno. Dall’altra parte mi sento di affermare che se da un lato la fragilità e la lentezza organizzativa del sistema in cui mi trovo a vivere può essere snervante per noi occidentali, dall’altro si ha la percezione che i rapporti umani siano più distesi e rilassati. In altre parole, se si ha un appuntamento ad una certa ora state certi che verrà immancabilmente ritardato ma sicuramente l’attesa sarà allietata da buon caffè, tè e ampi sorrisi.

Ti piacerebbe proseguire questa esperienza lavorando nell’ambito della cooperazione internazionale?

Mi piacerebbe senz’altro continuare a collaborare con il mondo delle ONLUS e delle ONG, soprattutto per l’aspetto che più mi compete, la parte comunicativa. Unire la mia passione per il volontariato alla sfera lavorativa sarebbe sicuramente molto gratificante.

#univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, la modernità e l’eleganza di Düsseldorf

Ciao a tutti! Oggi c’è posta per gli #univrtellers…un nostro appassionato follower ci ha scritto da Düsseldorf (Germania) dove sta trascorrendo il suo secondo anno accademico in Erasmus. È Marco Maffeis, di Mantova, che studia Lingue e letterature straniere nella nostra #univr.

Eccolo qua in mezzo ai festeggiamenti del carnevale di Colonia che inizia, forse per una strana passione tutta tedesca per i numeri, l’11/11 alle ore 11.11.

Marco Maffeis

Ma leggiamo cosa ha da raccontarci. E colgo così l’occasione per ricordarvi che il blog #univrtellers è aperto a tutte le esperienze di studenti #univr. Basta contattarci nei commenti o all’indirizzo univrtellers@gmail.com. Tutti possiamo diventare univrtellers, narratori della nostra università!!!

“L’anno scorso, non appena sono entrato nella vita universitaria veronese, ho sentito la necessità di partire per l’estero. Questo non tanto per scappare da Verona o dall’Italia, quanto per approfittare di una delle tante opportunità che offre l’univr, una possibilità che sentivo per me ancora più vantaggiosa perché l’esperienza mi ha insegnato che per parlare una lingua non basta studiarla sui libri, non basta conoscerne a memoria la grammatica o una lista più o meno grande di parole. Certo, questa è la base, ma in più bisogna immergersi nella lingua, sentirla giorno e notte, pensare in quella lingua, conoscere la cultura che sta dietro a essa, poter fare degli errori e correggerli quotidianamente.

Insomma, andare in Erasmus è stato per me un passo quasi automatico, come se l’avessi sempre voluto. E allora, da inesperta ed ingenua matricola, mi sono gettato in questa esperienza, iniziata nel più terribile dei modi: con moduli da compilare, file davanti agli uffici, mail spesso ignorate, tante attese e soprattutto l’indecisione. La nostra università offre tantissime mete Erasmus, tante che uno ha l’imbarazzo della scelta. Io volevo a tutti i costi andare in Germania, ma anche solo le sedi tedesche sono più di 20. Ho scelto con un certo criterio tre sedi, di cui la prima era Berlino – lo ammetto, l’ho sparata grossa – ma avanzava un’altra casella. Cosa mettere? Come decidere? A chi chiedere aiuto? Per quella situazione esiste una parola tedesca, che significa grosso modo “stato in cui non si sa cosa fare e come comportarsi”: Ratlosigkeit. Ecco, io ero in quella situazione. Alla fine ho inserito, non mi ricordo più perché, l’università di Düsseldorf. Bene, dopo qualche mese ho ricevuto una sorpresa inaspettata: ho scoperto di essere stato preso proprio a Düsseldorf, che era la mia ultima scelta; non era Berlino ma era pur sempre qualcosa.

Düsseldorf è il capoluogo del Nordrhein-Westfalen, lo stato federale più popolato della Germania e uno dei più ricchi, data la presenza del centro industriale della Ruhr. Colonia, Dortmund, Duisburg, Essen, Aquisgrana, Münster sono altri centri del Land. La città è la settima della Germania con i suoi 600.000 abitanti e si trova sulla sponda destra del Reno. In Germania è conosciuta come snodo economico e culturale, come luogo di nascita dello scrittore Heinrich Heine, per l’Accademia d’Arte e per la Königsallee, il viale dell’alta moda dove il passatempo preferito di me comune mortale è non lo shopping ma lo “shopping-watching”, ovvero guardare i ricconi e le riccone che passeggiano per il viale alberato con almeno due borse per braccio e giocare a indovinare quanto abbiano speso. È una città moderna ed elegante, a prima vista anche “con la puzza sotto il naso”, ma basta viverci un mese, nei posti giusti, per scoprire la sua parte giovane, alternativa e underground. L’università è uno di questi posti: la sede è un enorme campus, una vera cittadella della cultura, dove perdersi non è difficile, anzi è all’ordine del giorno. Il mio posto preferito è la Cafeteria, dove mi mescolo con i tedeschi studiando e bevendo del cattivo caffè americano.

Una delle cose più brutte finora di questo Erasmus è stato trovare casa. Tutto è cominciato quando in un giorno di piena estate mi è arrivata una mail dall’università ospitante che diceva che non c’era più posto negli studentati e che sostanzialmente dovevo arrangiarmi. C’è voluta una lunga odissea per arrivare all’appartamento dove sono adesso, ma ora sono davvero soddisfatto perché mi trovo molto bene con i coinquilini: mi sopportano quando invito gente, mi lasciano i miei spazi e soprattutto mi riempiono di complimenti quando cucino italiano.

La cosa più bella invece finora è il gruppo di amici che si è formato. Ormai siamo diventati una grande famiglia perché viviamo gioie e tristezze, divertimenti e disagi sempre insieme. Gli italiani sono la maggioranza degli Erasmus e quindi ho modo di parlare la mia lingua madre, anche se ho dovuto confrontarmi con i dialetti, le parlate e gli accenti più diversi da tutto lo stivale. Insomma, oltre al tedesco sto imparando anche l’italiano, cosa che non mi sarei mai aspettato.

Ora scrivo da casa mia in Italia perché sono tornato per le vacanze, ma fra pochi giorni sarò di nuovo in quella che ormai è diventata la mia seconda casa. Il passaggio tra Castiglione delle Stiviere e Düsseldorf è sempre fortissimo, ma dev’essere così. Purtroppo non sono riuscito a passare da Verona, ma mi manca tanto e non vedo l’ora di camminare ancora ai piedi dell’Arena o sotto le arcate del chiostro, di studiare in Frinzi e di bere uno spritz dopo gli esami.

La mia speranza e il mio augurio è quello di tornare in Italia alla fine del soggiorno e di vedere che qualcosa è cambiato in meglio. L’Italia vista da fuori e da lontano è più bella di quanto si possa immaginare, ma c’è ancora tanto da fare. Io credo nell’Italia. La materia prima c’è ed è di ottima qualità, siamo noi italiani che dobbiamo farne un capolavoro”.

#univrtellers | Marco

Alle prese con gli esami…

Studio matto e disperato

Abbuffate passate e abbuffate future, di cibo e di studio: ecco quello che è stato e quello che ci aspetta. Spero che le feste e il cibo ingerito a palate durante le vacanze natalizie non vi abbiano distolto l’attenzione dalla sessione d’esame ormai alle porte. Si perché gennaio e febbraio, per noi studenti #univr, sono sinonimi di esami, con tutto quello che comporta! Penso che vi potete benissimo riconoscere in almeno due dei punti che trovate sotto…in caso contrario vi consiglio di presentarvi al programma SETI della NASA, e non dimenticate di segnalare me come il primo ad aver stanato un extraterrestre sulla Terra 🙂

  • Riduzione al minimo della vita sociale
  • Biblioteche strapiene già dopo pochi minuti l’apertura
  • Studio matto e disperato
  • Dosi clamorose di caffe per tenersi svegli durante gli agognati ultimi giorni pre-esame
  • Chiedere aiuto, consigli, domande più frequenti su Facebook
  • Davanti ai libri, passare due minuti a studiare e altri due minuti a pensare a quanto ancora c’è da fare
  • Barricarsi in casa, rigorosamente in pigiama, il giorno prima dell’esame
  • All’improvviso, avere la sensazione di non ricordarsi niente
  • Postare su Instagram le foto della marea di scartoffie, appunti e schemi davanti a voi in cerca di conforto altrui

E, come fantasia per quanto riguarda gli #hashtag, penso vi meritate un 30 e lode politico. Eccone qua una lista dei più divertenti apparsi in questi giorni: #disperazione #noncelapossofare #epifania #portaviaacheunpodiesami #dovesonolevacanze #ilrogolofaccioio #altrochelavecchia #uncapitoloingeroglifico #misentoperplessa. Tutto, ovviamente, associato all’hashtag #univr.

Studio matto e disperato

Mantenere un quanto meno accettabile benessere psicofisico durante la sessione pre esami è veramente difficile. E, peggio ancora, non c’è alcun consiglio scientificamente dimostrato su come superarla. Eccetto uno: studiare e conoscere i punti deboli del professore in questione 🙂 Avanti tutta ragazzi!!!

#univrtellers | Davide

Pass Magazine, l’intervista

Redazione Pass Magazine

Redazione Pass Magazine

Mancano pochi giorni alle vacanze natalizie e oggi vi regaliamo un’intervista con Miriam Romano, direttrice editoriale di PASS Magazine. “Per chi non lo sapesse – ci ricorda Miriam – Pass è il magazine degli studenti dell’università di Verona. È stato ideato nel 2007 da un gruppo di ragazzi di varie facoltà, per creare legami tra tutti i frequentatori dell’ateneo, comunicare al suo interno, condividere riflessioni ed esperienze, in breve dare un viso e una voce a un’università che è purtroppo spesso anonima. L’intento è quello di dare parola a chiunque voglia dare la propria opinione, esporre una lamentela, una critica o domandare chiarimenti in merito a temi di interesse studentesco. Ma anche, e perché no, a chi abbia voglia di raccontare, di far ridere oppure di scrivere per il puro piacere della scrittura. Per questi motivi PASS è a disposizione di tutti i 23 mila iscritti dell’ateneo. PASS è un laboratorio aperto a tutti quelli che abbiano voglia di imparare, scrivere, ma anche di insegnare a noi ciò che ancora non sappiamo di questa fantastica professione, che è il giornalismo. Per poter partecipare, basta mandare una richiesta di collaborazione al nostro indirizzo email (passunivr@gmail.com)”.

Ma quali sono gli argomenti che tratta il vostro magazine?

PASS nasce e si sviluppa su un doppio binario: quello strettamente universitario, che tratta di argomenti inerenti al nostro ateneo, e quello che ricomprende diversi temi, dall’arte al sociale, dal cinema alla musica. In questa seconda parte, “più libera”, gli studenti esprimono la propria creatività a seconda di quelli che sono i propri interessi e le proprie passioni.

Siete studenti che scrivono sulla vostra università. Questo rapporto è un vantaggio o, a volte, un limite?
Il limite dell’essere studenti, che scrivono sulla propria università, o meglio il rischio, è quello di riportare un unico punto di vista, quello appunto studentesco, oltrepassando i canoni dell’oggettività e fornendo informazioni “parziali”. Ma è appunto un rischio e noi stiamo ben attenti a evitarlo, cercando sempre il contraddittorio, tramite ad esempio interviste ai professori. Però, riteniamo anche che sia un gran punto di forza, perché, come detto all’inizio, PASS nasce per dare la possibilità di esprimersi al corpo studentesco, e quindi a un’università che non viene raccontata da altri giornali. I nostri pezzi, in questo modo, sono sempre inediti perché sono l’espressione di un punto di vista che solo noi possiamo raccontare.

Il vostro giornale è sia cartaceo, digitale e social. Come gestite il rapporto tra questi aspetti e quale è il predominante?

Senz’altro l’aspetto dominante è il cartaceo. Infatti è una rivista mensile distribuita in tutte le facoltà. L’idea, che ha dato vita a PASS, era quella di creare un giornale che potesse essere a disposizione dello studente durante la sua vita universitaria, che si potesse sfogliare nelle pause tra una lezione e l’altra, al bar prima di iniziare a studiare, per poi riporlo nello zaino e riaprilo sull’autobus o in treno al ritorno a casa. Ovviamente, però, oggi l’informazione per poter raggiungere una più vasta platea, non può prescindere dall’utilizzo di Internet. Per questo abbiamo creato il sito Internet e potenziato la sua diffusione sui Social.

#univrtellers | Davide

Santa Marta Tour

Hogwarts? Cambridge? No cari amici followers! Non spingete lo sguardo verso queste mete fantasiose o lontane. Siamo sempre nella nostra città, nel cuore di Veronetta. Sto parlando dell’ex panificio austriaco Santa Marta, un gioiello architettonico del 1863 che l’università di Verona sta riportando a nuova vita. E avverrà presto! La fine dei lavori di ristrutturazione è prevista infatti per gennaio 2015.

Un po’ di storia. La Provianda Santa Marta era destinata alla produzione di pane e gallette, oltre che al deposito e all’amministrazione di altri generi di sussistenza per l’esercito austriaco. Questi 25.000 metri diventeranno sede dei dipartimenti di Economia aziendale, Scienze economiche e una parte di Scienze giuridiche. Noi studenti avremo così a disposizione più aule studio e spazi per le lezioni, in una struttura dall’atmosfera tranquilla e suggestiva.

Ci vediamo all’inaugurazione 🙂

Guarda come arrivare alla Santa Marta…

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#univrtellers | Francesca

Elezioni studentesche, i vincitori

I rappresentanti di lista

I rappresentanti di lista

Anche questo appuntamento di vita universitaria, le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche, è passato. Dopo due giorni di votazioni è ora, per chi non lo sapesse ancora, di annunciare i vincitori: l’Udu, Ateneo alla luce del sole coordinato da Maria Giovanna Sandri. Nota dolente, ahimè, l’affluenza che si è attestata a circa 13% cioè 2558 votanti (sui 23mila studenti dell’università) che si sono recati alle urne. Un passo in più rispetto al 10% delle scorse elezioni, ma ancora poco: sarà sicuramente un punto su cui lavorare per iniziare a creare una vera comunità targata #UNIVR.

Ma veniamo ai diversi organi. L’Udu ha staccato tutti per il Consiglio di Amministrazione, dove, con 1.248 voti, ha doppiato la lista SUV-Studenti Universitari Veronesi e triplicato Student Office. Per il senato triennale, sono rappresentanti Leonardo Frigo di Suv e Valentina Dal Zovo di Udu. Per quello magistrale si è aggiudicata il posto Daniela Pili di Udu con 163 preferenze. Il più votato per il Consiglio di amministrazione dell’Esu è Pasqualino Faedda di Debug con 371 voti. L’Udu vince anche per il Comitato degli impianti sportivi con Valerio Zani, votato da 398 studenti, e Andrea Monte.

Se siete interessati, per tutti i risultati dei consigli degli studenti e i consigli di dipartimento vi lascio questo link Armatevi di pazienza perché avrete a che fare con decine di tabelle e numeri 🙂 Ma è un’operazione utile: se durante il vostro percorso di studi sorgerà qualche problema, singolo o di classe, saprete a chi rivolgervi!!! I rappresentanti saranno a vostra completa disposizione…

#univrtellers | Davide

Expo2015 Milano: da non perdere!

expounivrtellers

Chiudete gli occhi e immaginatevi la scena. É da giorni che non vedete cibo, avete fame. Vagando per una lunga strada che sembra senza fine vedete davanti a voi due grandi torri di vetro che svettano nel cielo. Sono piene di prelibatezze: riso, latte e finissimo cioccolato svizzero. Cosa sareste tentati di fare? Non ho dubbi. Prendereste tutti i sacchetti che avete per fare man bassa. In questa storia c’è però un problema: i padroni di questi enormi frigoriferi non li riempiranno più, nemmeno di una sola barretta. Chi arriva prima sarà fortunato ma più confezioni di cibo prenderà, meno ne avranno gli altri. Tutto questo non è una fiaba fine a se stessa ma l’idea creata dalla Svizzera per il proprio padiglione a Expo2015. Un modo per far riflettere il visitatore sul proprio comportamento di consumo, dato che l’Esposizione universale di Milano, che si svolgerà da maggio a ottobre prossimo, avrà proprio come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Ieri, per schiarirci meglio le idee, Giacomo Biraghi, inventore dell’hashtag #expottimisti e divulgatore di Expo2015, ha fatto visita alla nostra UNIVR per raccontarci l’Esposizione Universale che altro non è che un grandissimo parco tematico. Un condominio all’italiana, collegato da un’unica world avenue lunga un chilometro e mezzo, dove i 144 Paesi ospitati organizzeranno i loro spazi, attrazioni ed eventi in modo del tutto autonomo ma con un tema di interesse per tutti. Tutto al massimo dell’ambizione: gli edifici costruiti verranno distrutti dopo sei mesi. E tutto con numeri da record: 20 milioni di visitatori, di cui 13 dall’Italia e il resto dall’estero. Le opportunità per i giovani e le aziende di tutti i settori non mancheranno sicuramente, come ha fatto notare Matteo Scolari, presidente di VeronaExpo, associazione di una ventina di enti per creare un’offerta all’interno di Verona che intercetti l’ampio flusso di turisti attesi. Vi ho stuzzicato la curiosità? Vi offro un’altra visione.

Si entrerà nelle atmosfere di “Mille e Una Notte” visitando il padiglione degli Emirati Arabi Uniti, costruito per riflettere sul tema della sostenibilità, delle energie rinnovabili e del sovraffollamento. Circondati da palme, giardini pensili e alti muri ondulati color sabbia che evocano le antiche città desertiche, si potrà seguire il percorso “navigando” lungo un canale d’acqua digitale dove scorreranno centinaia di tablet per guidare e far interagire i visitatori. Al centro un grandissimo auditorium dove si potrà godere di una coinvolgente proiezione a 360 gradi del Paese.

Io ci faccio un salto, e voi? Fateci un pensierino 🙂

#univrtellers | Francesca

Si vota all’UNIVR

Voto

 

“Partecipare alla vita universitaria significa anche costruirla, plasmarla secondo le nostre esigenze. Votare vuol dire esprimere un opinione, un primo passo per la condivisione, una base per il miglioramento. La propria preferenza personale è il percorso verso una crescita generale, non aspettare che gli altri agiscano per te, sii studente fino in fondo e contribuisci a costruire la tua università. Io ci metto il volto, e tu?”

Ieri prima giornata di votazioni e oggi altrettanto, studenti dell’università di Verona. Dalle 9 alle 14, si vota per le rappresentanze studentesche negli organi di governo e nelle strutture didattiche dell’ateneo per il biennio accademico 2014 – 2016. Esprimete la vostra preferenza per iniziare a costruire insieme la comunità UNIVR!

Intanto vi lascio alcuni scatti dall’evento “Un Caffè con le liste” realizzato grazie alla collaborazione con FuoriAulaNetwork per dare voce ai rappresentanti di lista. 

 #univrtellers | Davide

Ricerca e Futuro, una promessa stupenda?

Giornata di festa, speranza e riflessioni ieri al polo Zanotto della nostra UNIVR. Sì perchè la nostra università di Verona ha spento 32 candeline all’inaugurazione dell’anno accademico. E l’invitata d’eccezione, Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente di Farmacologia all’università di Milano, è stata super, coinvolgente ed emozionante. La forza delle sue parole, ne sono sicuro, ha scosso anche gli animi più duri e annoiati presenti alla cerimonia. E la standing ovation finale a lei riservata ne è stata la testimonianza: da brividi.

La prima immagine che ci ha mostrato è una bellissima metafora per parlare di ricerca e, se vogliamo, di lavoro in generale. Chiudete gli occhi per un attimo e pensate di essere in un deserto. I vostri piedi bruciano a contatto con la sabbia cocente, nessun filo d’aria vi sfiora per lenire la vostra pelle secca. Siete in trappola.

Deserto

Tutto dipende però dai punti di vista. Il deserto è sì un luogo impervio e insicuro ma anche libero, ricco di percorsi, strade alternative e mai esplorate da percorrere per chi ne ha la forza e lo spirito d’iniziativa. Ecco l’invito a noi studenti e giovani che “siamo chiamati ad attraversarlo senza sicurezze, ma con grande voglia e coraggio di voler scoprire quello che non si conosce. Non bisogna accontentarsi di quello che si sa.” La scienza è un viaggio nel non conosciuto e, in Italia, è una strada molto difficile. Come ha ammesso infatti la senatrice a vita, “università e ricerca in Parlamento non esistono. E se si tolgono risorse alla scienza si blocca la crescita della società civile. Dobbiamo quindi riconquistare il ruolo pubblico di scienziati e intellettuali”.

Parole che riecheggiano in quelle offerte da Maria Giovanna Sandri, presidente del consiglio degli studenti. “Università, e conseguentemente istruzione e ricerca, devono essere i pilastri di un paese che ha l’ambizione di poter crescere e garantire ai suoi giovani il futuro che meritano e che tentano di costruire con fatica e sacrifici, a partire da queste mura. Queste mura, tuttavia, vengono ogni giorno incrinate e riempite di crepe a causa di riforme sprovvedute e miopi. La sfida è ancora più difficile, visto il clima che ci circonda. Se ho capito qualcosa nel corso di questo mandato di rappresentanza, è che dobbiamo essere noi, studentesse e studenti, la forza trainante dell’università di Verona. Dobbiamo cominciare a vivere queste mura. Reagire. Far sì che le crepe di un sistema non all’altezza vengano riempite dalla nostra energia, dalle nostre proposte, dalla nostra voglia di fare, dal nostro senso critico, dal nostro entusiasmo”.

Per gli interventi di Nicola Sartor, rettore dell’ateneo, e Tiziana Franco, ordinario di Storia dell’arte medievale, vi rimando all’articolo completo di Univrmagazine.

#univrtellers | Davide