Mi chiamo Alessia, frequento il secondo anno di “Scienze della formazione nelle organizzazioni”. Ho un disturbo specifico di apprendimento (DSA), detto più precisamente, “Dislessia” (difficoltà nel parlare). Questo mio disturbo mi porta ad avere anche problemi nel gestire l’ansia.
Ormai sono due anni che faccio la cosiddetta “vita universitaria”. All’inizio di ottobre 2013 , quando mi sono iscritta, ero spaventata e impaurita dall’Università.
Vedevo questo luogo più grande di me e pensavo che quello non era il posto adatto a me, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua.
Percepivo che ogni persona che vedevo all’interno dell’università sapesse cosa fare, dove andare e qual era il suo ruolo all’interno; invece io non sapevo nemmeno dove girarmi. All’inizio ho fatto fatica ad adattarmi a questo nuovo contesto, perché ho dovuto sconvolgere completamente la mia routine quotidiana.
Ho dovuto cambiare a partire dagli orari: a differenza delle scuole superiori, dove avevo sono orari alla mattina, all’Università ci sono varie fasce d’orario, per esempio anche al pomeriggio sul tardi.
In università non ci sono più le materie, ma i corsi, per i quali alla fine si deve sostenere un esame.
A differenza delle superiori, nelle quali si è valutati durante tutto l’arco dell’anno, qui l’esame finale consiste in una prova orale o scritta con cui il professore può capire se lo studente ha appreso le diverse nozioni del corso .
Ogni corso universitario ha un programma da preparare e può contenere dai tre agli otto libri di testo da studiare in un determinato arco di tempo. Il problema era il tempo da dedicare ad ogni corso, perché nessuno ti dice come gestirlo, cosa devi fare, cosa devi studiare, quando devi studiare; devi inferiori ore, si è responsabili di sé stessi per prepararsi ad ogni esame.
Alle scuole superiori il carico di lavoro era inferiore, ed i professori ci dicevano cosa fare e come gestire lo studio; all’Università, invece, devi imparare ad essere consapevole delle tue scelte e delle tue responsabilità.
Per questo, non ho iniziato bene l’università. Inoltre, ero abituata a classi poco numerose ed era strano seguire un corso in più di trenta studenti. Ancora adesso, a volte, mi stupisco di quante persone ci siano all’interno del mio corso!
Alle superiori avevo un buon rapporto basato sulla comunicazione sull’interazione con i miei compagni e professori, mentre ora, all’Università non ci sono queste attenzioni tra insegnanti e studenti. Posso dire di essere una matricola fra tante.
Personalmente, partecipo alle lezioni perché mi piace seguire i corsi, ma soprattutto perché ascoltare le spiegazioni aiuta a capire i vari argomenti di cui tratta ogni corso .
Durante il mio percorso universitario, alla prima sessione d’esame, nel 2014, non avevo chiesto nessun aiuto per le mie difficoltà nello svolgere gli esami, perché pensavo di farcela, come alle Superiori, ma avevo decisamente sottovalutato le modalità d’esame. Dopo la sessione, che non è andata tanto bene, ero più scoraggiata e pensavo di mollare l’Università.
Poi, durante il mio percorso universitario, ho conosciuto la dottoressa Renata Castellani; grazie a lei è cambiato il mio punto di vista riguardo ai miei bisogni. Renata mi ha fatto conoscere l’Aula Studio, che è un luogo nel quale si può studiare, all’interno del quale ci sono persone molto aperte e sempre pronte a darti una mano per lo studio, e grazie alle quali ho acquisito un nuovo metodo di studio.
La dottoressa Renata mi ha aiutata a svolgere al meglio gli esami, con le mie capacità e le mie conoscenze e mi ha fatto capire che una persona con DSA può chiedere tranquillamente aiuto, senza nessun timore, o vergogna, perché non si tratta di avere agevolazioni, ma di conoscere le giuste modalità che permettano di ottenere buoni risultati.
Per la Dislessia, richiedo supporto e sostegno allo studio: uno studente mi aiuta a studiare, ripassare, ripetere, fare schemi e riassunti, per prepararmi agli esami dei vari corsi.
Devo ringraziare veramente la dottoressa Renata e tutti quanti i ragazzi delle 150 ore, che mi hanno saputo dare consigli davvero preziosi, per esempio lo studiare attraverso delle mappe concettuali, in modo da riuscire a gestirmi meglio il carico di lavoro.
Il percorso che sto facendo mi ha reso una persona responsabile nel gestire gli impegni universitari grazie anche ai consigli che mi ha dato, e che mi da, la Dottoressa Renata durante il mio secondo anno all’Università degli Studi di Verona.
Alessia Muraro