Il menù della mensa #univr, parola agli #univrtellers

Mensa univr

Ciao a tutti! Ancora qualche giorno e finalmente la sessione d’esami invernale sarà passata e si potrà tornare a respirare, aperitiveggiare, sorridere e soprattutto mangiare di nuovo con una, più o meno ritrovata, regolarità. A questo proposito, un giorno mi sono ritrovato a osservare, dal basso del mio panino preparato a casa dalle 7 del mattino e ormai rinsecchito, un nutrito gruppo di persone che, tutte sorridenti dal bar del Polo Zanotto, imboccavano le scalette che portano alla mensa. Ammetto che l’idea di pranzare o cenare a mensa non mi ha mai allettato, ma rivolgendo lo sguardo al panino che andava asciugandosi sempre di più a vista d’occhio, mi sono detto: “Non ce la posso fare!”.
Il giorno dopo, alle 12 in punto, ho così varcato la soglia della mensa diretto verso il cibo e la spirale circolare di tavoli e sedie che sembra il guscio di una lumaca. Ha la sua poesia, non pensate? Ho scoperto che se non hai l’Esucard, basta il tesserino universitario. E, in teoria, il menù, sul sito dell’Esu, viene aggiornato tutti i giorni. La pasta all’arrabbiata è davvero arrabbiata, se doveste decidere di prenderla, munitevi di acqua a volontà. Decisamente blanda, invece, quella alla siciliana…che, parliamoci chiaro, di siciliano non ha nemmeno l’odore. I vicentini di passaggio, (non avete idea della cose che si sentono stando seduti semplicemente a mangiare in silenzio nel tuo rettangolo di tavolo), sostengono che alla pasta alla vicentina manca qualcosa. Cosa? Non lo so, ormai erano fuori gittata.

A quanto pare da quando hanno aumentato di 10 centesimi il prezzo, il servizio sembra migliorato e non di poco. Invece, non ho capito perché se si prende un primo vale come ridotto e se si prende un secondo si paga per interno e soprattutto: perché con la pizza non si possono accoppiare le patatine fritte?!? Indagherò…

Ammetto che sulla mensa mi sono ricreduto, si socializza tanto e il cibo non è male. La pizza è ottima e manco a dirlo sembra proprio che, a dispetto di molte pizzerie veronesi, ci sia il forno a legna. Ho notato che se si sorride agli addetti ai lavori, loro ricambiano. Quindi, amici, siate più socievoli! Soprattutto con la nonnina, che ho ribattezzato nonna Salice, anche se puntualmente sbaglia traiettoria sporcando sempre il piatto, che poi seduti al tavolo se non si sta attenti si rischia di macchiare anche maglie, jeans, ecc.

E a voi, che piatti piacciono di più della nostra mensa? E quali meno? Fateci sapere… 🙂

#univrtellers | Davide

Tempo di promozioni

Ciao ragazzi! Siete alle prese con gli esami? C’è chi al primo appello ha già fatto tutti gli esami e chi aspetta sempre il secondo. Di qualunque categoria facciate parte prendetevi una pausa dai vostri studi intensi e leggete qui le interessanti promozioni che vi offre la nostra università.
A ottobre vi avevamo parlato degli sconti riservati agli under 30 al Teatro Ristori. Se non siete ancora andati, niente paura, sono ancora in programma interessanti serate di danza, di teatro o di musica come la rassegna Verona jazz winter 2015.
A proposito di Verona jazz winter, avete già postato la vostra foto su instagram a tema musica? Per chi ancora non lo sapesse l’università e il Teatro Ristori hanno organizzato un contest fotografico. Fino al 6 febbraio potete scattare un’immagine sul tema della musica e pubblicarla su instagram utilizzando i due hastag #vjwf e #univr (e non dimenticatevi del nostro #univrtellers); gli autori delle quattro foto con più like, vinceranno un biglietto per assistere a uno degli spettacoli del VJWF.

Se poi qualcuno di voi è un appassionato Apple, sarà felice di sapere che l’università ha stretto una collaborazione con Apple: Apple on Campus. Grazie allo speciale sconto Education, potete avere fino al 12% di sconto su tutti i display e i computer Mac, fino al 4% su tutti gli iPad, fino al 30% su AppleCare Protection Plan e fino all’8% sugli accessori Apple. Mi sembra un ottima occasione, ci penserò anch’io.

E che ne dite di cominciare a programmare un piccolo viaggio post esami o già per quest’estate? Magari in una città d’arte o direttamente al caldo del mare? Se vuoi raggiungere la tua destinazione in aereo, richiedi subito la “Card for you – Univr Go!” e vola! L’Aeroporto di Verona ha coinvolto le principali compagnie aeree che operano sullo scalo, Air Berlin, Gruppo Meridiana fly-Air Italy, Neos, che proporranno al mondo universitario offerte speciali per viaggiare da Verona. Noi universitari potremmo usufruire gratuitamente per un anno della sala vip dell’aeroporto, del “fast track” che consente un veloce accesso ai controlli di sicurezza, e di godere di speciali sconti per i parcheggi e gli esercizi commerciali presenti sullo scalo.

E adesso si torna a studiare! Buono studio a tutti!

#univrtellers | Francesca

#selfiedalmondo: Riccardo Vincenzi, cartoline dall’Etiopia

Riccardo Vincenzi

Cari followers oggi vi proponiamo l’esperienza di un altro studente #UNIVR. Stiamo parlando di Riccardo Vincenzi, 23 anni, iscritto alla magistrale di Editoria e giornalismo all’università di Verona, che lo scorso settembre è partito per un tirocinio di quattro mesi in Etiopia. Tutto grazie ai fondi europei ed al patrocinio della regione Emilia Romagna. Le associazioni di Moxa, Modena per gli altri e Parma per gli altri lo hanno selezionato come operatore nel settore della comunicazione, con finalità di monitoraggio delle attività svolte da quest’ultime in Etiopia. Riccardo ha raccontato le sue esperienze, viaggi e incontri su un blog, www.emiliachiamaetiopia.wordpress.com. Ecco un assaggio delle foto che potete ammirare!

Di ritorno dall’Etiopia lo abbiamo intervistato per conoscere come è andata 🙂

Raccontaci di te, chi sei, quali sono i tuoi studi e le tue passioni

Sono un super appassionato di scrittura e giornalismo. Per questo, dopo la laurea triennale in Lingue e Culture Eurepee all’Università di Modena, ho iniziato il corso di laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’univr. Accanto alla passione per la scrittura, coltivo anche un forte interesse per il mondo della coperazione internazionale e per la tematica, quanto mai attuale, della migrazione. In questo senso credo fermamente in un Europa volta all’integrazione, che guardi al diverso senza pregiudizi o vecchi retaggi; un’Europa che si faccia interprete di una società mondiale in continuo mutamento, destinata al multiculturalismo e al meticciaggio.

Il primo settembre hai iniziato questa splendida avventura in Etiopia. Come sei arrivato a questa opportunità?

Lungi dal sembrare retorico ma credo che la risposta più corretta sia proprio per caso. Grazie al Cerform, associazione di Sassuolo riconosciuta per la formazione professionale, e al bando Emilia Makers indetto dalla regione Emilia Romagna, ho fatto domanda per un tirocinio all’estero, con il desiderio di rendere più professionalizzante il mio percorso di studi. Quando ormai ogni speranza di essere contattato sembrava perduta, ecco che è giunto provvidenziale l’interessamento al mio CV da parte delle associazioni Modena per gli Altri e Parma per gli Altri, due Onlus con esperienza ventennale nel mondo della coperazione internazionale verso l’Etiopia.

Cosa ti ha spinto a trasferirti all’estero?

Sono sempre rimasto affascinato dalle culture che non mi appartengono e non ho mai avuto timore nell’affrontarle. Cerco sempre di rivolgermi al diverso con curiosità e interesse. Troppo spesso finiamo nella morsa delle nostre piccole sicurezze quotidiane, che non appena vengono turbate, ci provocano disturbo, a volte paura. Non ci rendiamo conto di quanto esse ci stritolino e ci impediscano di vedere. Credo che per svolgere una professione, che possa solo anche lontanamente ricondursi al giornalismo, non si debba cadere in questo tranello. Ho deciso di partire per questa esperienza perchè desideravo poter dare voce a chi solitamente non ne ha. Sia essa una persona o una realtà culturale. Non credo di esserci ancora riuscito, o forse solo parzialmente, ma l’entusiasmo rimane tanto e la voglia di scoprire non mi manca.

Che aspettative avevi nei confronti di questa nuova esperienza?

Dal punto di vista totalmente personale volevo finalmente sentirmi diverso in una terra che non conoscevo; capire cosa significa essere guardati con diffidenza e curiosità, vestire i panni dell’ospite e diventare testimone di un salutare dialogo interculturale tra realtà socialmente ed economicamente molto distanti, quali l’Italia e l’Etiopia. Sto cercando inoltre di approfondire le mie competenze giornalistiche nel vastissimo ambiente della comunicazione in un’ottica professionale futura. Sogno infine di lasciare un’impronta positiva nel territorio in cui opero, specialmente nelle persone con cui sono in contatto.

Hai incontrato particolari difficoltà in questa prima parte della tua permanenza all’estero? Che differenze socio-culturali stai avvertendo?

Ho senz’altro capito cosa significa convivere con l’imprevisto. Di certo gli etiopi (o almeno quelli con cui mi sono trovato a collaborare) non brillano per organizzazione e un cambio di programma, anche repentino, è all’ordine del giorno. Dall’altra parte mi sento di affermare che se da un lato la fragilità e la lentezza organizzativa del sistema in cui mi trovo a vivere può essere snervante per noi occidentali, dall’altro si ha la percezione che i rapporti umani siano più distesi e rilassati. In altre parole, se si ha un appuntamento ad una certa ora state certi che verrà immancabilmente ritardato ma sicuramente l’attesa sarà allietata da buon caffè, tè e ampi sorrisi.

Ti piacerebbe proseguire questa esperienza lavorando nell’ambito della cooperazione internazionale?

Mi piacerebbe senz’altro continuare a collaborare con il mondo delle ONLUS e delle ONG, soprattutto per l’aspetto che più mi compete, la parte comunicativa. Unire la mia passione per il volontariato alla sfera lavorativa sarebbe sicuramente molto gratificante.

#univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, la modernità e l’eleganza di Düsseldorf

Ciao a tutti! Oggi c’è posta per gli #univrtellers…un nostro appassionato follower ci ha scritto da Düsseldorf (Germania) dove sta trascorrendo il suo secondo anno accademico in Erasmus. È Marco Maffeis, di Mantova, che studia Lingue e letterature straniere nella nostra #univr.

Eccolo qua in mezzo ai festeggiamenti del carnevale di Colonia che inizia, forse per una strana passione tutta tedesca per i numeri, l’11/11 alle ore 11.11.

Marco Maffeis

Ma leggiamo cosa ha da raccontarci. E colgo così l’occasione per ricordarvi che il blog #univrtellers è aperto a tutte le esperienze di studenti #univr. Basta contattarci nei commenti o all’indirizzo univrtellers@gmail.com. Tutti possiamo diventare univrtellers, narratori della nostra università!!!

“L’anno scorso, non appena sono entrato nella vita universitaria veronese, ho sentito la necessità di partire per l’estero. Questo non tanto per scappare da Verona o dall’Italia, quanto per approfittare di una delle tante opportunità che offre l’univr, una possibilità che sentivo per me ancora più vantaggiosa perché l’esperienza mi ha insegnato che per parlare una lingua non basta studiarla sui libri, non basta conoscerne a memoria la grammatica o una lista più o meno grande di parole. Certo, questa è la base, ma in più bisogna immergersi nella lingua, sentirla giorno e notte, pensare in quella lingua, conoscere la cultura che sta dietro a essa, poter fare degli errori e correggerli quotidianamente.

Insomma, andare in Erasmus è stato per me un passo quasi automatico, come se l’avessi sempre voluto. E allora, da inesperta ed ingenua matricola, mi sono gettato in questa esperienza, iniziata nel più terribile dei modi: con moduli da compilare, file davanti agli uffici, mail spesso ignorate, tante attese e soprattutto l’indecisione. La nostra università offre tantissime mete Erasmus, tante che uno ha l’imbarazzo della scelta. Io volevo a tutti i costi andare in Germania, ma anche solo le sedi tedesche sono più di 20. Ho scelto con un certo criterio tre sedi, di cui la prima era Berlino – lo ammetto, l’ho sparata grossa – ma avanzava un’altra casella. Cosa mettere? Come decidere? A chi chiedere aiuto? Per quella situazione esiste una parola tedesca, che significa grosso modo “stato in cui non si sa cosa fare e come comportarsi”: Ratlosigkeit. Ecco, io ero in quella situazione. Alla fine ho inserito, non mi ricordo più perché, l’università di Düsseldorf. Bene, dopo qualche mese ho ricevuto una sorpresa inaspettata: ho scoperto di essere stato preso proprio a Düsseldorf, che era la mia ultima scelta; non era Berlino ma era pur sempre qualcosa.

Düsseldorf è il capoluogo del Nordrhein-Westfalen, lo stato federale più popolato della Germania e uno dei più ricchi, data la presenza del centro industriale della Ruhr. Colonia, Dortmund, Duisburg, Essen, Aquisgrana, Münster sono altri centri del Land. La città è la settima della Germania con i suoi 600.000 abitanti e si trova sulla sponda destra del Reno. In Germania è conosciuta come snodo economico e culturale, come luogo di nascita dello scrittore Heinrich Heine, per l’Accademia d’Arte e per la Königsallee, il viale dell’alta moda dove il passatempo preferito di me comune mortale è non lo shopping ma lo “shopping-watching”, ovvero guardare i ricconi e le riccone che passeggiano per il viale alberato con almeno due borse per braccio e giocare a indovinare quanto abbiano speso. È una città moderna ed elegante, a prima vista anche “con la puzza sotto il naso”, ma basta viverci un mese, nei posti giusti, per scoprire la sua parte giovane, alternativa e underground. L’università è uno di questi posti: la sede è un enorme campus, una vera cittadella della cultura, dove perdersi non è difficile, anzi è all’ordine del giorno. Il mio posto preferito è la Cafeteria, dove mi mescolo con i tedeschi studiando e bevendo del cattivo caffè americano.

Una delle cose più brutte finora di questo Erasmus è stato trovare casa. Tutto è cominciato quando in un giorno di piena estate mi è arrivata una mail dall’università ospitante che diceva che non c’era più posto negli studentati e che sostanzialmente dovevo arrangiarmi. C’è voluta una lunga odissea per arrivare all’appartamento dove sono adesso, ma ora sono davvero soddisfatto perché mi trovo molto bene con i coinquilini: mi sopportano quando invito gente, mi lasciano i miei spazi e soprattutto mi riempiono di complimenti quando cucino italiano.

La cosa più bella invece finora è il gruppo di amici che si è formato. Ormai siamo diventati una grande famiglia perché viviamo gioie e tristezze, divertimenti e disagi sempre insieme. Gli italiani sono la maggioranza degli Erasmus e quindi ho modo di parlare la mia lingua madre, anche se ho dovuto confrontarmi con i dialetti, le parlate e gli accenti più diversi da tutto lo stivale. Insomma, oltre al tedesco sto imparando anche l’italiano, cosa che non mi sarei mai aspettato.

Ora scrivo da casa mia in Italia perché sono tornato per le vacanze, ma fra pochi giorni sarò di nuovo in quella che ormai è diventata la mia seconda casa. Il passaggio tra Castiglione delle Stiviere e Düsseldorf è sempre fortissimo, ma dev’essere così. Purtroppo non sono riuscito a passare da Verona, ma mi manca tanto e non vedo l’ora di camminare ancora ai piedi dell’Arena o sotto le arcate del chiostro, di studiare in Frinzi e di bere uno spritz dopo gli esami.

La mia speranza e il mio augurio è quello di tornare in Italia alla fine del soggiorno e di vedere che qualcosa è cambiato in meglio. L’Italia vista da fuori e da lontano è più bella di quanto si possa immaginare, ma c’è ancora tanto da fare. Io credo nell’Italia. La materia prima c’è ed è di ottima qualità, siamo noi italiani che dobbiamo farne un capolavoro”.

#univrtellers | Marco

Alle prese con gli esami…

Studio matto e disperato

Abbuffate passate e abbuffate future, di cibo e di studio: ecco quello che è stato e quello che ci aspetta. Spero che le feste e il cibo ingerito a palate durante le vacanze natalizie non vi abbiano distolto l’attenzione dalla sessione d’esame ormai alle porte. Si perché gennaio e febbraio, per noi studenti #univr, sono sinonimi di esami, con tutto quello che comporta! Penso che vi potete benissimo riconoscere in almeno due dei punti che trovate sotto…in caso contrario vi consiglio di presentarvi al programma SETI della NASA, e non dimenticate di segnalare me come il primo ad aver stanato un extraterrestre sulla Terra 🙂

  • Riduzione al minimo della vita sociale
  • Biblioteche strapiene già dopo pochi minuti l’apertura
  • Studio matto e disperato
  • Dosi clamorose di caffe per tenersi svegli durante gli agognati ultimi giorni pre-esame
  • Chiedere aiuto, consigli, domande più frequenti su Facebook
  • Davanti ai libri, passare due minuti a studiare e altri due minuti a pensare a quanto ancora c’è da fare
  • Barricarsi in casa, rigorosamente in pigiama, il giorno prima dell’esame
  • All’improvviso, avere la sensazione di non ricordarsi niente
  • Postare su Instagram le foto della marea di scartoffie, appunti e schemi davanti a voi in cerca di conforto altrui

E, come fantasia per quanto riguarda gli #hashtag, penso vi meritate un 30 e lode politico. Eccone qua una lista dei più divertenti apparsi in questi giorni: #disperazione #noncelapossofare #epifania #portaviaacheunpodiesami #dovesonolevacanze #ilrogolofaccioio #altrochelavecchia #uncapitoloingeroglifico #misentoperplessa. Tutto, ovviamente, associato all’hashtag #univr.

Studio matto e disperato

Mantenere un quanto meno accettabile benessere psicofisico durante la sessione pre esami è veramente difficile. E, peggio ancora, non c’è alcun consiglio scientificamente dimostrato su come superarla. Eccetto uno: studiare e conoscere i punti deboli del professore in questione 🙂 Avanti tutta ragazzi!!!

#univrtellers | Davide

Pass Magazine, l’intervista

Redazione Pass Magazine

Redazione Pass Magazine

Mancano pochi giorni alle vacanze natalizie e oggi vi regaliamo un’intervista con Miriam Romano, direttrice editoriale di PASS Magazine. “Per chi non lo sapesse – ci ricorda Miriam – Pass è il magazine degli studenti dell’università di Verona. È stato ideato nel 2007 da un gruppo di ragazzi di varie facoltà, per creare legami tra tutti i frequentatori dell’ateneo, comunicare al suo interno, condividere riflessioni ed esperienze, in breve dare un viso e una voce a un’università che è purtroppo spesso anonima. L’intento è quello di dare parola a chiunque voglia dare la propria opinione, esporre una lamentela, una critica o domandare chiarimenti in merito a temi di interesse studentesco. Ma anche, e perché no, a chi abbia voglia di raccontare, di far ridere oppure di scrivere per il puro piacere della scrittura. Per questi motivi PASS è a disposizione di tutti i 23 mila iscritti dell’ateneo. PASS è un laboratorio aperto a tutti quelli che abbiano voglia di imparare, scrivere, ma anche di insegnare a noi ciò che ancora non sappiamo di questa fantastica professione, che è il giornalismo. Per poter partecipare, basta mandare una richiesta di collaborazione al nostro indirizzo email (passunivr@gmail.com)”.

Ma quali sono gli argomenti che tratta il vostro magazine?

PASS nasce e si sviluppa su un doppio binario: quello strettamente universitario, che tratta di argomenti inerenti al nostro ateneo, e quello che ricomprende diversi temi, dall’arte al sociale, dal cinema alla musica. In questa seconda parte, “più libera”, gli studenti esprimono la propria creatività a seconda di quelli che sono i propri interessi e le proprie passioni.

Siete studenti che scrivono sulla vostra università. Questo rapporto è un vantaggio o, a volte, un limite?
Il limite dell’essere studenti, che scrivono sulla propria università, o meglio il rischio, è quello di riportare un unico punto di vista, quello appunto studentesco, oltrepassando i canoni dell’oggettività e fornendo informazioni “parziali”. Ma è appunto un rischio e noi stiamo ben attenti a evitarlo, cercando sempre il contraddittorio, tramite ad esempio interviste ai professori. Però, riteniamo anche che sia un gran punto di forza, perché, come detto all’inizio, PASS nasce per dare la possibilità di esprimersi al corpo studentesco, e quindi a un’università che non viene raccontata da altri giornali. I nostri pezzi, in questo modo, sono sempre inediti perché sono l’espressione di un punto di vista che solo noi possiamo raccontare.

Il vostro giornale è sia cartaceo, digitale e social. Come gestite il rapporto tra questi aspetti e quale è il predominante?

Senz’altro l’aspetto dominante è il cartaceo. Infatti è una rivista mensile distribuita in tutte le facoltà. L’idea, che ha dato vita a PASS, era quella di creare un giornale che potesse essere a disposizione dello studente durante la sua vita universitaria, che si potesse sfogliare nelle pause tra una lezione e l’altra, al bar prima di iniziare a studiare, per poi riporlo nello zaino e riaprilo sull’autobus o in treno al ritorno a casa. Ovviamente, però, oggi l’informazione per poter raggiungere una più vasta platea, non può prescindere dall’utilizzo di Internet. Per questo abbiamo creato il sito Internet e potenziato la sua diffusione sui Social.

#univrtellers | Davide

Santa Marta Tour

Hogwarts? Cambridge? No cari amici followers! Non spingete lo sguardo verso queste mete fantasiose o lontane. Siamo sempre nella nostra città, nel cuore di Veronetta. Sto parlando dell’ex panificio austriaco Santa Marta, un gioiello architettonico del 1863 che l’università di Verona sta riportando a nuova vita. E avverrà presto! La fine dei lavori di ristrutturazione è prevista infatti per gennaio 2015.

Un po’ di storia. La Provianda Santa Marta era destinata alla produzione di pane e gallette, oltre che al deposito e all’amministrazione di altri generi di sussistenza per l’esercito austriaco. Questi 25.000 metri diventeranno sede dei dipartimenti di Economia aziendale, Scienze economiche e una parte di Scienze giuridiche. Noi studenti avremo così a disposizione più aule studio e spazi per le lezioni, in una struttura dall’atmosfera tranquilla e suggestiva.

Ci vediamo all’inaugurazione 🙂

Guarda come arrivare alla Santa Marta…

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#univrtellers | Francesca

Elezioni studentesche, i vincitori

I rappresentanti di lista

I rappresentanti di lista

Anche questo appuntamento di vita universitaria, le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche, è passato. Dopo due giorni di votazioni è ora, per chi non lo sapesse ancora, di annunciare i vincitori: l’Udu, Ateneo alla luce del sole coordinato da Maria Giovanna Sandri. Nota dolente, ahimè, l’affluenza che si è attestata a circa 13% cioè 2558 votanti (sui 23mila studenti dell’università) che si sono recati alle urne. Un passo in più rispetto al 10% delle scorse elezioni, ma ancora poco: sarà sicuramente un punto su cui lavorare per iniziare a creare una vera comunità targata #UNIVR.

Ma veniamo ai diversi organi. L’Udu ha staccato tutti per il Consiglio di Amministrazione, dove, con 1.248 voti, ha doppiato la lista SUV-Studenti Universitari Veronesi e triplicato Student Office. Per il senato triennale, sono rappresentanti Leonardo Frigo di Suv e Valentina Dal Zovo di Udu. Per quello magistrale si è aggiudicata il posto Daniela Pili di Udu con 163 preferenze. Il più votato per il Consiglio di amministrazione dell’Esu è Pasqualino Faedda di Debug con 371 voti. L’Udu vince anche per il Comitato degli impianti sportivi con Valerio Zani, votato da 398 studenti, e Andrea Monte.

Se siete interessati, per tutti i risultati dei consigli degli studenti e i consigli di dipartimento vi lascio questo link Armatevi di pazienza perché avrete a che fare con decine di tabelle e numeri 🙂 Ma è un’operazione utile: se durante il vostro percorso di studi sorgerà qualche problema, singolo o di classe, saprete a chi rivolgervi!!! I rappresentanti saranno a vostra completa disposizione…

#univrtellers | Davide

Expo2015 Milano: da non perdere!

expounivrtellers

Chiudete gli occhi e immaginatevi la scena. É da giorni che non vedete cibo, avete fame. Vagando per una lunga strada che sembra senza fine vedete davanti a voi due grandi torri di vetro che svettano nel cielo. Sono piene di prelibatezze: riso, latte e finissimo cioccolato svizzero. Cosa sareste tentati di fare? Non ho dubbi. Prendereste tutti i sacchetti che avete per fare man bassa. In questa storia c’è però un problema: i padroni di questi enormi frigoriferi non li riempiranno più, nemmeno di una sola barretta. Chi arriva prima sarà fortunato ma più confezioni di cibo prenderà, meno ne avranno gli altri. Tutto questo non è una fiaba fine a se stessa ma l’idea creata dalla Svizzera per il proprio padiglione a Expo2015. Un modo per far riflettere il visitatore sul proprio comportamento di consumo, dato che l’Esposizione universale di Milano, che si svolgerà da maggio a ottobre prossimo, avrà proprio come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Ieri, per schiarirci meglio le idee, Giacomo Biraghi, inventore dell’hashtag #expottimisti e divulgatore di Expo2015, ha fatto visita alla nostra UNIVR per raccontarci l’Esposizione Universale che altro non è che un grandissimo parco tematico. Un condominio all’italiana, collegato da un’unica world avenue lunga un chilometro e mezzo, dove i 144 Paesi ospitati organizzeranno i loro spazi, attrazioni ed eventi in modo del tutto autonomo ma con un tema di interesse per tutti. Tutto al massimo dell’ambizione: gli edifici costruiti verranno distrutti dopo sei mesi. E tutto con numeri da record: 20 milioni di visitatori, di cui 13 dall’Italia e il resto dall’estero. Le opportunità per i giovani e le aziende di tutti i settori non mancheranno sicuramente, come ha fatto notare Matteo Scolari, presidente di VeronaExpo, associazione di una ventina di enti per creare un’offerta all’interno di Verona che intercetti l’ampio flusso di turisti attesi. Vi ho stuzzicato la curiosità? Vi offro un’altra visione.

Si entrerà nelle atmosfere di “Mille e Una Notte” visitando il padiglione degli Emirati Arabi Uniti, costruito per riflettere sul tema della sostenibilità, delle energie rinnovabili e del sovraffollamento. Circondati da palme, giardini pensili e alti muri ondulati color sabbia che evocano le antiche città desertiche, si potrà seguire il percorso “navigando” lungo un canale d’acqua digitale dove scorreranno centinaia di tablet per guidare e far interagire i visitatori. Al centro un grandissimo auditorium dove si potrà godere di una coinvolgente proiezione a 360 gradi del Paese.

Io ci faccio un salto, e voi? Fateci un pensierino 🙂

#univrtellers | Francesca