GOODBYE

Ciao a tutti,

Ammetto di non essere mai stato un butel troppo sentimentale, ma concedetemi di dedicare questo post non solo a voi, a chi si è già laureato e a chi è in procinto di farlo, ma anche a me stesso, al Davide del passato che i primi giorni di università si continuava a guardare intorno spaesato.

Il 22 novembre finalmente mi sono laureato e, tra la gioia della mia famiglia e la felicità dei miei amici, mi hanno proclamato Dottore di Informatica. E’ stato un percorso duro e difficile, ma anche pieno di soddisfazioni e di incontri che porterò sempre con me. Vedere i miei commuoversi (sì…anche tu Matteo, inutile negare) e festeggiare con i “compagni di sventure” bevendo tutta la notte (e dimenticando il mio nome) è stato davvero emozionante. Mi sono sentito leggero e felice e tutti i miei dubbi e le mie ansie quel giorno sono scomparsi.

Non pensavo sarebbe stato così bello laurearsi e anche se qualche tempo fa ero molto negativo riguardo il mio futuro e la mia prossima condizione di “disoccupato”, raggiungere questo importante traguardo mi ha fatto capire quanto sia fondamentale impegnarsi e andare per la propria strada. Altrove mi attendono nuove sfide e nuovi traguardi. Ricominciare da capo spaventa tutti e anche se il mondo, là fuori, non sembra così roseo, sento che c’è un posto anche per me.

Un’altra cosa che non mi aspettavo da questa laurea, è quanto fosse faticoso indossare la camicia e la cravatta per tutto quel tempo. Mi sembrava di impazzire e sentivo il sudore scendere dal colletto della camicia. Mia madre me l’aveva stretto così tanto che in alcuni momenti ho fatto fatica a deglutire! Della discussione, sembra strano, ma non ricordo molto e, onestamente, ero talmente agitato quando sono stato interpellato dal controrelatore, che credo di aver fatto una gaffe, forse…ma poco importa! Altra news: mi hanno regalato un viaggio a Singapore per la prossima primavera! Ora sono qui a scrivervi, sono dottore e niente intralcerà il mio destino. Questo tono solenne per incoraggiare voi e in fondo anche un po’ me stesso. Perché ora inizia la fase veramente complicata: ricerca del lavoro, curriculum e colloqui.

Adesso, però, vorrei scrivere due parole e alcuni ringraziamenti. Un discorso “alla Aragorn” prima della battaglia finale davanti al grande cancello nero di Mordor. Dato che non li ho scritti, come è di consuetudine, alla fine della tesi, ho pensato di farlo qui.

Ringrazio innanzitutto la mia famiglia e ai miei amici per il sostegno e per aver creduto in me. Grazie a chi mi ha sopportato e supportato in tutti questi mesi di angoscia e privazioni, per finire un percorso universitario un po’ lungo, diciamo. Ma l’università non è solo studio ed esami. Quindi, vorrei ringraziare anche il mio pubblico di lettori virtuali, perché attraverso il progetto di UnivrTellers e i miei post, ho potuto confrontarmi con voi e mettermi in gioco. Ma soprattutto grazie a te, Davide del passato, così insicuro ma anche così tenace allo stesso tempo. Per non esserti mai arreso di fronte agli ostacoli, alle lavatrici sbagliate, ai due di picche delle ragazze e agli esami non passati. Se potessi tornare indietro, con la DeLorean di Doc, ti direi di fare esattamente quello che farai, sbagliando e imparando. Beh, però un consiglio accettalo: quella sera al Cambridge Laura non stava guardando te, mi spiace!

E con tutta la saggezza tipica di un neo-dottore, vi saluto amici! Che la forza sia con voi,

                                                                                                                                                 Davide|UnivrTellers

 

#xfactor: abbiamo incontrato Virginia Perbellini!

Ciao Followers,

che bello! Insieme ai ragazzi di Fan (Fuori aula network, la radio dell’università) abbiamo incontrato Virginia Perbellini, la concorrente di X-Factor. Virginia è stata superdisponibile e ci ha raccontato qualche curiosità sul suo percorso nel programma e in generale sulla sua crescita artistica, fra famiglia e cfu. Eh, sì, perché l’allieva di Levante quest’anno fra un provino e l’altro si è pure laureata in Economia qui a Verona.

Virginia Perbellini

Virginia Perbellini (a destra) con due redattrici di Fuori Aula Network (e FANtoccio)

Virginia viene da una famiglia che ha sempre respirato musica e il fratello già da tempo è un professionista, ma per lei, fino a quest’anno, era più che altro un hobby. «A un certo punto però ho deciso di iniziare a fare serate mie nei locali, con pianoforte e voce. Ho capito che la musica mi completava e avevo bisogno di cantare per sentirmi realizzata».

Virginia Perbellini in università

Virginia Perbellini

La scelta di Economia può sembrare un po’ strana per una musicista. «Quando ho fatto la scelta, per me cantare era ancora una cosa marginale. Questa laurea però è utile anche per il percorso da musicista. Oggi è importante saper gestire i social, le pagine Facebook, seguire bene il management e la parte di marketing di queste cose. Diciamo che riesco a unire le due passioni».

Certo, conciliare studio della musica con studio per una laurea in Economia, oltre a serate nei locali con lezioni ed esami non deve essere stato proprio facilissimo! Infatti Virginia ha parlato della sua grande forza di volontà come strada per riuscire a unire tutto. «Il consiglio che mi sento di dare a chi ha una passione è di provare a conciliare tutto. Bisogna avere tanta determinazione e spirito di sacrificio».

Questa grande determinazione e la voglia di far ascoltare la sua musica al grande pubblico l’hanno spinta a iscriversi ai provini di X-Factor. «Anche andando contro il volere di papà. Ha già un figlio musicista… Gliene bastava uno!». Quando si è lanciata in questa avventura, infatti, le mancava ancora un esame, ma è riuscita comunque a laurearsi.

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Virginia negli studi di Fan

Adesso Virginia si sta concentrando sulla scrittura di nuovi brani e sul proseguire la propria carriera artistica. E voi cari followers avete tifato per Virginia a X-Factor? Come lei, riuscite a coniugare università e passioni?

Un grande in bocca al lupo alla simpaticissima Virginia Perbellini!

Francesca | Univrtellers

#studiare is good, #apericena is better, #serate is the best

Ciao followers!

Sono tornati il freddo e la pioggia eh? Se becco quelli che quest’estate si lamentavano per il caldo… Ma bando alle ciance.

Mio fratello Davide un paio di settimane fa ha scritto un post su “Come vivere al meglio il periodo universitario”. Era forse un velato riferimento anche a me, giovane e inesperta matricola? Beh, di sicuro c’è che, dopo un mesetto a cercare di capire il funzionamento di questo mondo, sto cominciando ad ambientarmi e mi trovo molto bene. Le lezioni sono interessanti e studiare non mi pesa.

C’è però un altro aspetto moooolto interessante nella vita di uno studente universitario rispetto ai tempi delle superiori, dal momento che si può gestire con tranquillità gli orari e le scadenze: gli aperitivi. E le feste. E le serate in zona uni. C’è chi si limita al famoso “mercoledì universitario”, ma io mi chiedo “Perché limitarsi?”. Va bene la vita strettamente studentesca (nel senso di studio) e gli eventi culturali, che non possono mancare, ma ogni tanto ci sta anche tirare tardi.

Partiamo dallo svago più “costruttivo”: ci sono gruppi di studenti e associazioni che ogni tanto organizzano aperitivi linguistici dove esercitare la lingua davanti a un bicchiere di spritz. L’alcool – come noto – aiuta proprio a sciogliere la lingua, a patto di non esagerare (l’abuso potrebbe provocare effetti opposti, come “mutismo sonnolento” o grave perdita di lucidità). #Univrtellers per il sociale: bevete responsabilmente.

Passando al relax puro, ormai i posti giusti per gli aperitivi li conosco tutti. Dal lungadige a via Cantarane, da via XX settembre alla zona di via Cappello e del centro storico, l’area da esplorare è più o meno la stessa anche per fare serata, calibrando bene la scelta dei locali. Dipende anche dal tipo di compagnia: serve esperienza, ma andando avanti diventerò un maestro. Infine ci sono anche i festoni quelli grossi, in questo caso il campo d’azione si amplia all’’intera città e bisogna valutare di volta in volta il giusto mezzo di trasporto. Auto? Bus? Taxi? Il mezzo migliore rimane il fratello maggiore che diventa tassista in cambio di rifare i letti e lavare i piatti per una settimana. Anche se qualche volta si mette a tirare sul prezzo. (Vero Davide? Non è che perché adesso ti laurei puoi avere pretese maggiori).

E voi dove fate aperitivo/serata? Dov’è il miglior apericena della città? Serate di quelle belle in programma? Si accettano consigli e suggerimenti.

Matteo | Univrtellers