L’Erasmus ti cambia la vita

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Ciao Followers!

State ancora boccheggiando nel mare di appunti, libri, slide e ansia che ogni sessione d’esami porta con sé? Be’, vi capisco e vi sono vicina. E vi consiglio di prendervi una pausa per dare un’occhiata al bando Erasmus che il nostro ateneo ha da poco pubblicato. Lo so, lo so, ve ne ho parlato soltanto una settimana fa e rischio di essere ripetitiva. Il fatto è che spero davvero di riuscire a instillare in voi il desiderio di fare le valigie e lanciarsi in questa avventura. Se il racconto della mia esperienza in Germania non fosse stato sufficiente, condivido oggi con voi le parole dell’associazione Ase Esn Verona.

Francesca | Univrtellers

“Nel momento in cui mi chiedono cosa ci sia di così speciale nel progetto Erasmus, mi trovo sempre in difficoltà a trovare una risposta diretta che non occupi una buona mezz’oretta e non annoi a morte chi mi sta ascoltando. Sarà che una volta che lo sperimenti sulla tua pelle diventa pressoché impossibile definirlo in poche parole, sarà che ti lascia un’impressione decisamente troppo complessa da poter essere ridotta a qualche parola chiave, fatto sta che l’Erasmus ti cambia la vita, come dice il motto dell’associazione Erasmus Student Network, che da più di vent’anni si occupa degli studenti in mobilità internazionale. Nato esattamente trent’anni fa, il progetto riflette quella voglia di unità e integrazione che ha caratterizzato i primi passi della Comunità Europea, e ha permesso di trasmetterli a milioni di giovani europei, che sempre più di frequente vediamo combattere per un’Europa più unita, in un periodo di fratture e divisioni.

Sulla carta sembra un’idea semplice, quella di trasferirsi all’estero per un periodo di studio, e forse al giorno d’oggi un po’ scontata. Dopo i primi anni di rodaggio, il programma si è espanso fino a raggiungere numeri elevatissimi, ed è entrato nell’immaginario comune. Raccomandazioni di fare un periodo all’estero piovono da tutti i lati di questi tempi, non solo durante il percorso universitario, ma anche durante gli anni della scuola superiore, se non prima. Eppure, una volta prenotato il biglietto aereo, trovato casa per vie traverse e salutato mamma e papà cercando di non far vedere l’emozione, l’esperienza di vivere all’estero per alcuni mesi riesce sempre a stravolgerti. Quasi sempre positivamente. Non è soltanto lo studio in una lingua straniera, anche se ovviamente anche questo fa la sua parte, a rendere l’Erasmus uno dei progetti migliori di sempre. Piuttosto, è tutto il contorno di esperienze che lo caratterizzano, partendo dalle cose più semplici, come ad esempio riuscire fare una lavatrice senza far uscire tutto di un rosa indefinito, arrivando alle amicizie che si formano durante i viaggi improvvisati, le gite nei weekend, ed gli eventi ad hoc. Essere Erasmus ti fa provare in prima persona cosa voglia dire essere straniero, nel bene e nel male, mentre allo stesso tempo ti fa sentire parte di una comunità più grande, che crede nello superamento delle barriere. Spesso ti mette a confronto con pregiudizi che nemmeno sapevi di avere, aprendoti gli occhi. E alla fine dei giochi, quando stai per tornare a casa con un bagaglio di ricordi indelebili, ti fa capire che siamo italiani, tedeschi, polacchi ma, soprattutto, siamo tutti europei.”

Roberto Digennaro, presidente Ase Esn Verona

 

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