“Verso il referendum costituzionale: incontri per un voto consapevole”

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Ciao Followers,

come state? Pronti al grande rientro? Ormai settembre è alle porte…

Come saprete, in autunno, con il referendum, i cittadini italiani dovranno dire la loro sulla riforma della Costituzione. Un argomento senza ombra di dubbio molto importante, al quale nessuno dovrebbe sottrarsi, ma al tempo stesso molto spinoso. Non sempre infatti si ha una visione chiara completa della situazione: per quanto affidarsi ai giornali, al tg e ai vari siti internet sia una scelta saggia, anche la nostra #UNIVR vuole fare la sua parte.

L’obiettivo è sicuramente quello di sviluppare negli studenti – e non solo – una visione dettagliata, e non superficiale. Solo conoscendo tutte le sfaccettature e le diverse prospettive si potrà arrivare a un voto consapevole. Nella speranza di formare un’opinione conscia, approfondita e del tutto personale, il dipartimento di Scienze giuridiche organizzerà il 6 e il 13 settembre, ore 18, aula magna di Giurisprudenza, gli appuntamenti “Verso il referendum costituzionale: incontri per un voto consapevole”.

In queste due occasioni, prenderanno parte al dibattito Stefano Catalano, Giampietro Ferri e Daniele Butturini, docenti di Diritto costituzionale e Ilaria Carlotto, docente di Diritto pubblico di ateneo. Non mancheranno poi domande da parte di Roberta Dini, dell’Area Comunicazione di ateneo, e due studenti di giurisprudenza, Elena Zumerle ed Enrico Benetti. Il tema affrontato, sicuramente non dei più facili, sarà trattato nella maniera più chiara e semplice possibile. Saranno toccate le diverse questioni relative alla riforma, chiarite dagli esperti grazie alle loro conoscenze e competenze. Uno spazio sarà poi dedicato al dibattito con il pubblico.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

Un consiglio? Non perdete quest’opportunità! Ma, in ogni caso, #INFORMATEVI!

A presto 🙂

Univertellers | Davide

Da #studentessaUNIVR a #Cittadinadelmondo: il passo è breve.

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Ciao Followers,

Vi starete chiedendo quale sia la connessione tra Toronto (Ontario, Canada) e la nostra #Univr. La risposta è “noi, voi”, ovvero gli studenti. Questo come sapete è un blog DI studenti, PER studenti. Non so voi, ma per me avere a disposizione uno o due mesi di vacanza – cosa che mi capita solo in estate – significa solo una cosa: viaggiare. Ci sono sicuramente tante variabili che vanno tenute in considerazione oltre a quella del tempo, variabili che sicuramente possono diventare un ostacolo, come per esempio quella economica, o quella lavorativa dato che molti sono studenti e lavoratori. Quello che so, soprattutto quando si pensa di intraprendere un viaggio in un altro continente, migliaia di miglia lontano da casa, è che subentra inevitabilmente un’altra variabile: la paura. Quando un oceano si frappone tra te e i tuoi affetti, in automatico affiorano tante preoccupazioni, tante incertezze. L’importante però è non lasciarsi abbattere, perché anche se ci sono numerosi rischi e difficoltà da affrontare (credo che sia matematicamente provato che quando sei all’estero – paese nuovo, lingua nuova, cultura nuova – il numero di problemi che ti si presentano sia almeno il quintuplo di quelli che ti succedono a casa) alla fine ne varrà sicuramente la pena.

Io è da un po’ che programmo il mio viaggio in Canada, forse un anno. Perché il Canada? In primis perché cercavo un paese anglofono, precisamente dove si parlasse il cosiddetto American English. Il mio obiettivo era (ed è tuttora) studiare per ottenere il TOEFL, un certificato necessario per studiare e/o lavorare in America. Non so ancora dove lavorerò, o dove vivrò, so solo che l’America è una delle mie opzioni, e per far sì che sia effettivamente possibile, il primo passo è sicuramente ottenere un buon punteggio al TOEFL. Ho scartato quindi subito l’Inghilterra, oltre che per il tempo, per il British English, idem l’Australia dove potevo seguire i corsi per lo IELTS, il certificato di British English. Il campo si è ridotto velocemente a due possibilità: il Canada o gli USA. Dopo aver considerato tutte le mie variabili, ho optato per il Canada e ad oggi credo che non potessi fare scelta migliore. Non è la mia prima volta qui, è passato un mese e ne ho un altro davanti a me, ma posso dire senza ombra di dubbio che amo questo paese e amo Toronto.

Anche se, come dicono tutti, “il Canada non ha storia”, ci sono tantissime cose da fare e da vedere. Per citarne alcune, ci sono la CN tower, Toronto Island, Casa Loma, ROM, AGO, Scarborough Bluffs Park, le cascate del Niagara. E nei dintorni – più o meno vicino – ci sono un sacco di città che meritano di essere viste: Montreal, Quebec, Ottawa (nel French Canada, ovvero nel Canada bilingue), ma anche Tobermory, Algonquin Park, Gananoque. Toronto poi, essendo una grande metropoli, offre sempre un sacco di alternative: festival dedicati al cibo, spettacoli di ogni tipo, importanti mostre. Non hai tempo per annoiarti.

Un altro motivo che mi ha spinto a scegliere Toronto è questo:

“Toronto, a city where those with diverse roots can grow and intermingle into a complex and exciting multicultural gard”

E posso assicurarvi che non c’è nulla di più vero.

Questa è una scritta che trovate spesso nelle varie stazioni metropolitane. La parola chiave è “multiculturale”, e Toronto lo è al 100%. Non mi riferisco solo alle persone che ho incontrato a scuola, dove inevitabilmente ho conosciuto ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo, ma anche a quelle che vedo tutti i giorni andare al lavoro, dalla commessa dell’Eaton Centre al bancario (la mia scuola è nel distretto finanziario quindi sono circondata da colletti bianchi). Molte ragazze qui girano con il velo – anche a scuola – e molti ragazzi indossano il turbante, altri girano con il musallah, il tappeto da preghiera, e non è insolito vederli pregare nel parco. Sono studenti, sono operai, sono insegnanti, sono impiegati. Sono trattati come persone, non come musulmani. E nessuno li guarda con sospetto. Nel mentre che scrivo, mi sembra estremamente stupido e banale doverlo evidenziare, ma la verità è che oggi non è così scontato. Ho imparato che non tutti gli asiatici sono cinesi: sono giapponesi, sono coreani, sono vietnamiti, sono filippini… Stessi occhi a mandorla ma culture completamente diverse: i ragazzi coreani ad esempio, sono obbligati a servire per almeno due anni il loro paese (Corea del Sud), e solo in rarissimi casi si è esenti. I giapponesi invece hanno un’educazione completamente diversa dalla nostra ed è normale per loro, all’ultimo anno di liceo, stare dalle 6 del mattino alle 10 di sera sui libri, tutti i giorni, perché il loro unico pensiero è prepararsi a entrare nei migliori college. E vogliamo parlare di chi ha la pelle scura? A prescindere dalla gradazione, se non è bianca, è vista di sottecchi: non qui. Ho conosciuto medici, ricercatori, ingegneri, persino un paio di dirigenti bancari. Nessuno li chiama immigrati, nessuno pensa che stiano rubando il lavoro ai canadesi. Molti di loro, a dire il vero, sono canadesi a tutti gli effetti, alcuni nati e cresciuti qui, altri hanno ottenuto la cittadinanza lavorando sodo, nonostante gli occhi a mandorla o la pelle scura. Penso che tutti dovrebbero vivere almeno per un po’ in Canada, penso davvero che possa aiutare a guardare le cose con una prospettiva diversa, sicuramente migliore.

Io sono uscita definitivamente dalla mia “confort zone”, sono cresciuta e sono maturata. Sto imparando che non tutto quello che mi hanno portato a credere fosse negativo o sbagliato lo sia davvero. Problemi che a casa mi sembrano vitali, qui diventano quasi superficiali. Sto imparando che anche nelle situazioni difficili posso contare sulle mie forze, e farcela. Finalmente sto imparando davvero cosa vuol dire conoscere, apprezzare e anche prendere esempio da una cultura – solo apparentemente – molto diversa dalla mia. Possiamo avere tradizioni, idee e mentalità diverse: ma se ci sono la volontà e il desiderio di conoscersi, senza pregiudizi, quello che potrà nascere sarà sicuramente qualcosa di straordinario, in grado di arricchirti come nessun’altra esperienza potrà fare.

PS:

Vuoi raccontarci la tua esperienza da studente #univr all’estero? Con un articolo o una foto da postare qui o sul nostro Instagram, a te la scelta. Qualunque sia il mezzo che vuoi usare, condividi con noi la tua storia da #cittadinodelmondo.

Scrivici all’indirizzo mail univrtellers@gmail.com

Univrtellers | Francesca

 

#INFOUTILI per le future matricole, e non solo!

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Ciao Followers! Come procedono le vostre vacanze?

Noi non ci scordiamo di voi nemmeno quando siamo spaparanzati al sole o a scarpinare su qualche montagna: ci impegniamo a tenervi sempre aggiornati, ed è quello che faremo anche oggi. Di cosa vi parleremo oggi? Come al solito della nostra #UNIVR e della sua incredibile offerta formativa, che si dimostra sempre più valida e solida sotto diversi punti di vista. Vediamoli insieme:

  • L’offerta formativa è sempre molto ampia e soddisfacente, a dircelo sono i numeri, per esempio: 29 master, 38 corsi di perfezionamento, 42 scuole di specializzazione per l’area medica e una per le professioni legali e 14 corsi di dottorato di ricerca con 102 borse di studio. E questi sono solo alcuni.
  • Dal 20 luglio è possibile iscriversi ai corsi di laurea triennali e magistrali ad accesso libero con verifica dei saperi minimi: in aumento i corsi di laurea magistrale in lingua straniera – sono ben 6. New entry di quest’anno è il corso di laurea magistrale in Medical Bioinformatics, che offre la possibilità di imparare a svolgere funzioni dirigenziali e di coordinamento negli ambiti della progettazione, sviluppo, gestione e manutenzione di sistemi informatici in medicina, biologia e nelle professioni sanitarie. Niente male!
  • #ERASMUS, da sempre un punto forte della nostra Univr, permette agli studenti di studiare all’estero, un’occasione davvero unica e imperdibile. L’università non prende alla leggera questa opportunità, infatti vuole dare il suo contributo, integrando le borse finanziate dalla Comunità Europea con un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ciascuno studente. Se non vi basta una meta europea, non preoccupatevi: con il programma Worldwide Study potrete studiare anche oltre i confini europei.
  • Altra novità è l’introduzione della “tassa unica” per gli studenti di cittadinanza extra-europea. Si potrà optare per una quota fissa, pari a 1.000 euro annuali per la durata legale del corso di studi, senza richiedere allo studente la presentazione della documentazione comprovante la propria situazione reddituale e patrimoniale.
  • Se volete iscrivervi a corsi ad accesso programmato, mi raccomando tenete d’occhio le date dei test di ammissione. Alcuni esempi: per i corsi di area medica per cui è previsto il numero chiuso a livello ministeriale, i test si terranno il 6 settembre per “Medicina e Odontoiatria” e il 13 settembre per “Professioni Sanitarie”, per “Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale” le prove si terranno dall’ 8 al 16 settembre, per i corsi di “Economia aziendale” ed “Economia e commercio” la data da segnare è il 25 agosto. Siamo ancora in attesa dal Ministero per le date degli esami per l’accesso ai corsi di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche e Scienze riabilitative delle professioni sanitarie.

Consiglio alle #FUTUREMATRICOLE: segnatevi tutti questi appuntamenti, in modo da partire alla grande con il vostro primo anno di università!

A presto 🙂

UNIVRTELLERS | Davide

 

#ORARIESTIVI e #CHIUSURE delle nostre amate biblioteche!

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Ciao Follwers, come state? Sicuramente molto meglio ora che è terminata la #sessioneestiva!!!

Sono certa che uno dei luoghi che vi ha accolto, supportato, a volte magari sopportato – ci conosciamo bene in sessione tra ansia e attacchi di panico – è stata proprio lei, la biblioteca.

In primis abbiamo la Frinzi: il posto per studiare e/o socializzare, a seconda delle proprie esigenze, non manca mai, e soprattutto ce ne è per tutti i tipi: per chi ha bisogno di un leggero rumore in sottofondo, si potrà optare per il salone o per la piccionaia, per chi ha bisogno di un silenzio totale e assoluto, quasi religioso, si opterà invece per l’emeroteca o per la saletta. Insomma, per molti è una seconda casa, non mi sorprenderei se un giorno o l’altro vedessimo piazzata lì una bella tenda.

Vi interesserà sapere che la nostra #secondacasa non ci abbandona nemmeno in tempi duri, come lo sono quelli estivi, infatti dal 1 al 31 agosto sarà aperta dalle 8.15 alle 13.45, ad eccezione di sabato 27 e domenica 28 agosto in cui le sale studio saranno a disposizione degli studenti dalle 8.15 alle 23.45. La biblioteca sarà chiusa sabato 6 e domenica 7 agosto e dal 13 al 21 agosto, giorni di chiusura generale dell’ateneo. Da giovedì 1 settembre, niente paura, riprenderanno gli orari tradizionali.

Altra colonna portante per gli studenti in cerca di pace, è la Meneghetti: la biblioteca avrà orario ridotto a partire da lunedì 8 agosto: sarà aperta dalle 8.15 alle 14.45 mentre la sala studio chiuderà alle 20. Chiusura totale, invece, sabato 6 e domenica 7 agosto e dal 13 al 21 agosto. Da lunedì 29 agosto si tornerà agli orari normali.

Come ben sapete per tutto agosto ci saranno #orarispeciali delle biblioteche di ateneo, mentre tutte le strutture dell’università resteranno chiuse dal 13 al 21 agosto.

Per maggiori informazioni sugli orari e sulle chiusure delle biblioteche dipartimentali, date un’occhiata al sito.

A presto 🙂

Univrtellers | Francesca