L’omaggio di #ESN e degli studenti Erasmus a Tarragona e Bruxelles

 

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Ciao followers,

Il 23 marzo #univrtellers era presente alla commemorazione organizzata da Ase Esn, Associazione studenti Erasmus di Verona che ha voluto ricordare le 13 studentesse scomparse in Spagna e le vittime degli attentati a Bruxelles.  Gli studenti si sono riuniti nel prato della mensa San Francesco e hano acceso dei piccoli lumi che, uniti assieme, hanno composto la parola “Europa”. Il messaggio è forte e chiaro, e coinvolge tutto il mondo studentesco: tutti noi siamo uniti di fronte a questa tragedia, perché le esperienze di ogni studente Erasmus, e non solo, coinvolgono in maniera diretta anche tutti gli altri. La seconda parte era invece dedicata ai pensieri e ai messaggi che alcuni studenti hanno scritto per esprimere la propria esperienza e le proprie emozioni su quello che è accaduto in questi giorni.

Qui sotto alcuni dei testi che sono stati letti durante l’iniziativa:

“Sei erano le borse di studio per Leicester ed erano state tutte assegnate a ragazze: io, Anna, Elena e Laura di Scienze Politiche, e Alice e Annalisa di Lingue. Era la prima volta che le incontravo. fino ad allora erano rimaste semplici nomi su una lista. Anna, Elena e laura erasmus_2però  si conoscevano già perchè erano dello stesso anno, io ero un anno più avanti. Prima di salutarci ci siamo scambiate i numeri di telefono per tenerci in contatto e partire insieme per la grande avventura… Man mano che le settimane passavano la mia adrenalina continuava a salire. Non ero mai stata per tanto tempo lontana da casa e tanto meno  con persone che non conoscevo. Avevo scelto come indirizzo di laurea l'”area internazionale”, mi orientavo per una carriera in campo diplomatico o in un’organizzazione internazionale e quindi consideravo Leicester un po’ come banco di prova per vedere se ero in grado di vivere da sola fuori dall’Italia. A Luglio ero piuttosto nervosa e ad Agosto ero ormai isterica. Lo ammetto non sono brava a reggere lo stress! Quando ti prende la paura è difficile pensare razionalmente… A me prende spesso la paura del’ignoto e quello per me era un vero e proprio salto nel vuoto o, meglio, in un altro mondo… il mondo di Leicester!”

“So che ogni giorno succedono cose terribili, forse anche più terribili di questa, ma questa notizia mi ha veramente scossa. Forse perché anche io ho fatto l’Erasmus in Spagna e di quei viaggi in pullman con l’Esn ne ho fatti fin troppi, forse perché so che il viaggio a Las Fallas era una tappa obbligatoria per tutti gli Erasmus che si rispettino. Forse perché so cosa possono aver provato queste ragazze fino a poche ore prima dell’incidente: la voglia di divertirsi, la sensazione di essere completamente libere per la prima volta nella loro vita. Forse perché scrivevo anche io le stesse cose che hanno scritto loro sui loro profili Facebook: cose come “mi mancate tutti, ma non voglio tornare indietro”. Forse perché tante di quelle ragazze erano mie coetanee ed erano italiane, avevano gli stessi sogni e le mie stesse aspettative”.

“Siamo forti solo se uniti, deboli se divisi. L’abilità nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti”

“Erasmus non crea politiche europee, meccanismi europei, finanziamenti europei. Crea europei – sostantivo. È diverso e più importante. Non è facile trasformare il cordoglio in convinzione. Ma il dolore è un formidabile fertilizzante. Se volessimo rendere omaggio alle ragazze su quell’autobus — a chi è morto, a chi è ferito, a tutti gli altri che quella notte di marzo non la dimenticheranno mai — dovremmo costruire l’Europa come la vogliono: mescolata, solidale, orgogliosa e generosa. Dovremmo aprirci, non chiuderci. Sognare, non spaventarci. Sognare, insieme ai nostri figli e nipoti, un futuro condiviso e migliore. Facciamolo in nome delle vittime di Tarragona. Facciamolo per rispetto dei ragazzi che siamo stati.”

“La notte in cui il mio Erasmus è finito ho pianto come se quella fosse l’ultima notte del mondo.”

“Dopo l’Erasmus ti senti come se potessi affrontare qualsiasi cosa. Ti senti forte. Come nella canzone di P. Diddy, “I’m coming home”. Quando torni “[…] back where I belong, I’ve never felt so strong… I feel like there’s nothing that I can’t try”. “

“Avevo costruito con le mie mani una nuova casa, la mia seconda casa. L’ho capito un giorno passeggiando per strada per le solite commissioni, e un altro giorno attraversando gli enormi prati che circondavano il campus. Ero felice della strada che io da sola avevo scelto per me stessa, che avevo creato giorno dopo giorno.”

“Appena sono uscita dalla stazione dei treni ho avuto quella sensazione che si ha quando si torna a casa dopo un viaggio lunghissimo: SONO A CASA.”

#Univrtellers | Davide e Francesca

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