Dare e ricevere all’#Univr!

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Mi chiamo Erika, ho 26 anni e sto frequentando il terzo anno di Scienze dell’educazione. Il primo anno di corso non ho frequentato il Centro di servizi per studenti disabili, perché in quel periodo avevo conosciuto delle ragazze di Vicenza, città dove vivo, e condividevo con loro il viaggio in treno e la vita universitaria. Al secondo anno, però, i corsi sono cambiati e le mie amiche preferivano studiare a casa. Non avendo più il loro supporto, ho dovuto organizzarmi con le ferrovie per avere accesso ai treni ed il mio punto di riferimento durante la giornata universitaria è diventato il Centro di servizi per studenti disabili. Qui ho trovato dei responsabili che mi hanno illustrato come fosse possibile affrontare un esame con le modalità personalizzate, che mettessero in risalto le mie potenzialità.

Il luogo fondamentale di questa struttura è l’aula studio, in cui ci sono degli studenti universitari, volontari e dei tirocinanti che aiutano noi utenti a vivere gli impegni universitari nel modo più sereno possibile. Quando sono entrata nell’aula studio per la prima volta, ho percepito che tra utenti e coloro che ci aiutano vi è un rapporto paritario di scambio. La prima sensazione è quella di entrare in una grande famiglia, all’interno della quale si condividono gioie, ma si affrontano anche le piccole e grandi difficoltà quotidiane. Qui ho scoperto che i miei dubbi e le mie ansie possono essere le stesse di altri studenti insieme ai quali cerchiamo di comprenderle e di affrontarle. In questo ambiente, per la prima volta, ho trovato delle persone che posso davvero definire “amiche”.

I periodi più critici erano quelli estivi, quando le lezioni terminavano e studiavo a casa da sola, ma con alcuni utenti e 150oristi riuscivo, comunque, a mantenere una relazione extrascolastica, tramite telefonate ed SMS.

Ancora oggi, frequentando il Centro incontro persone che hanno creduto nelle mie capacità supportandomi nei momenti di sconforto e aiutandomi a gestire la mia giornata divisa tra lavoro, studio e tirocinio universitario. Oltre ai ragazzi dell’aula studio una persona che mi ha sostenuto e tuttora mi sostiene nel percorso universitario è la dottoressa Castellani, responsabile del Centro: fin da subito si è instaurato, tra di noi, un rapporto molto bello. Una sua qualità è quella di costruire con ogni studente un rapporto di particolare empatia che si esprime nella sua capacità di ascoltarci e mettere in risalto le qualità di ognuno. È stato grazie a lei che mi sono inserita veramente nell’aula studio: quando, nei primi mesi, in cui cominciai a viaggiare in treno, non sapevo come muovermi all’interno dell’università, non ha esitato ad offrirmi il suo supporto ed oggi cerchiamo insieme di trovare, di volta in volta, le modalità più adeguate, affinché io possa portare a termine il mio percorso.

Secondo me, per le persone con disabilità è fondamentale poter contare su luoghi come questo, che credono nelle capacità di ogni ragazzo, che si sanno approcciare alla disabilità, non vedendola come una barriera, ma piuttosto come quella condizione che spinge l’individuo a raggiungere i suoi obiettivi con tenacia e determinazione, attraverso uno sguardo sempre aperto all’autonomia della persona. Per questo, attualmente, sto svolgendo in aula studio il mio tirocinio universitario e spero che questa esperienza possa essere un’occasione per dare ad altri parte dell’aiuto che ricevo e che ho sempre ricevuto. Questa esperienza rappresenta per me un modo nuovo di rapportarmi a tutti coloro che, a vario titolo entrano in contatto con questa realtà. Ora, mi piacerebbe riuscire ad essere un supporto all’interno di questo contesto, ma anche riuscire ad imparare dagli altri. Durante questo primo mese, ho compreso che, per essere veramente utile, è importante saper osservare l’altro ed avvicinarsi a lui con atteggiamento di apertura e disponibilità, perché a volte, una parola o un sorriso possono farlo sentire meglio.

È, però, necessario non dare nulla per scontato e porsi in ascolto di ogni ragazzo per rispondere nel modo migliore possibile ai differenti bisogni. Ciò richiede una capacità di scambio di informazioni in una relazione empatica e dialogica, come quelle che si vivono nel Centro.

Fino ad oggi ho avuto la possibilità di comprendere come, con piccoli gesti (nel mio caso, aiutare un altro studente a copiare degli appunti), si compie del bene per gli altri, ma soprattutto si cresce personalmente. Per ora, sono ancora all’inizio, spero di proseguire al meglio e di trasmettere il mio entusiasmo a tutti coloro che mi circondano, consapevole del fatto che mi dovrò comunque sempre confrontare con i mie limiti: le relazioni con gli altri mi aiutano a conoscere meglio me stessa.

Erika Poletto

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