#selfiedalmondo: Riccardo Vincenzi, cartoline dall’Etiopia

Riccardo Vincenzi

Cari followers oggi vi proponiamo l’esperienza di un altro studente #UNIVR. Stiamo parlando di Riccardo Vincenzi, 23 anni, iscritto alla magistrale di Editoria e giornalismo all’università di Verona, che lo scorso settembre è partito per un tirocinio di quattro mesi in Etiopia. Tutto grazie ai fondi europei ed al patrocinio della regione Emilia Romagna. Le associazioni di Moxa, Modena per gli altri e Parma per gli altri lo hanno selezionato come operatore nel settore della comunicazione, con finalità di monitoraggio delle attività svolte da quest’ultime in Etiopia. Riccardo ha raccontato le sue esperienze, viaggi e incontri su un blog, www.emiliachiamaetiopia.wordpress.com. Ecco un assaggio delle foto che potete ammirare!

Di ritorno dall’Etiopia lo abbiamo intervistato per conoscere come è andata 🙂

Raccontaci di te, chi sei, quali sono i tuoi studi e le tue passioni

Sono un super appassionato di scrittura e giornalismo. Per questo, dopo la laurea triennale in Lingue e Culture Eurepee all’Università di Modena, ho iniziato il corso di laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’univr. Accanto alla passione per la scrittura, coltivo anche un forte interesse per il mondo della coperazione internazionale e per la tematica, quanto mai attuale, della migrazione. In questo senso credo fermamente in un Europa volta all’integrazione, che guardi al diverso senza pregiudizi o vecchi retaggi; un’Europa che si faccia interprete di una società mondiale in continuo mutamento, destinata al multiculturalismo e al meticciaggio.

Il primo settembre hai iniziato questa splendida avventura in Etiopia. Come sei arrivato a questa opportunità?

Lungi dal sembrare retorico ma credo che la risposta più corretta sia proprio per caso. Grazie al Cerform, associazione di Sassuolo riconosciuta per la formazione professionale, e al bando Emilia Makers indetto dalla regione Emilia Romagna, ho fatto domanda per un tirocinio all’estero, con il desiderio di rendere più professionalizzante il mio percorso di studi. Quando ormai ogni speranza di essere contattato sembrava perduta, ecco che è giunto provvidenziale l’interessamento al mio CV da parte delle associazioni Modena per gli Altri e Parma per gli Altri, due Onlus con esperienza ventennale nel mondo della coperazione internazionale verso l’Etiopia.

Cosa ti ha spinto a trasferirti all’estero?

Sono sempre rimasto affascinato dalle culture che non mi appartengono e non ho mai avuto timore nell’affrontarle. Cerco sempre di rivolgermi al diverso con curiosità e interesse. Troppo spesso finiamo nella morsa delle nostre piccole sicurezze quotidiane, che non appena vengono turbate, ci provocano disturbo, a volte paura. Non ci rendiamo conto di quanto esse ci stritolino e ci impediscano di vedere. Credo che per svolgere una professione, che possa solo anche lontanamente ricondursi al giornalismo, non si debba cadere in questo tranello. Ho deciso di partire per questa esperienza perchè desideravo poter dare voce a chi solitamente non ne ha. Sia essa una persona o una realtà culturale. Non credo di esserci ancora riuscito, o forse solo parzialmente, ma l’entusiasmo rimane tanto e la voglia di scoprire non mi manca.

Che aspettative avevi nei confronti di questa nuova esperienza?

Dal punto di vista totalmente personale volevo finalmente sentirmi diverso in una terra che non conoscevo; capire cosa significa essere guardati con diffidenza e curiosità, vestire i panni dell’ospite e diventare testimone di un salutare dialogo interculturale tra realtà socialmente ed economicamente molto distanti, quali l’Italia e l’Etiopia. Sto cercando inoltre di approfondire le mie competenze giornalistiche nel vastissimo ambiente della comunicazione in un’ottica professionale futura. Sogno infine di lasciare un’impronta positiva nel territorio in cui opero, specialmente nelle persone con cui sono in contatto.

Hai incontrato particolari difficoltà in questa prima parte della tua permanenza all’estero? Che differenze socio-culturali stai avvertendo?

Ho senz’altro capito cosa significa convivere con l’imprevisto. Di certo gli etiopi (o almeno quelli con cui mi sono trovato a collaborare) non brillano per organizzazione e un cambio di programma, anche repentino, è all’ordine del giorno. Dall’altra parte mi sento di affermare che se da un lato la fragilità e la lentezza organizzativa del sistema in cui mi trovo a vivere può essere snervante per noi occidentali, dall’altro si ha la percezione che i rapporti umani siano più distesi e rilassati. In altre parole, se si ha un appuntamento ad una certa ora state certi che verrà immancabilmente ritardato ma sicuramente l’attesa sarà allietata da buon caffè, tè e ampi sorrisi.

Ti piacerebbe proseguire questa esperienza lavorando nell’ambito della cooperazione internazionale?

Mi piacerebbe senz’altro continuare a collaborare con il mondo delle ONLUS e delle ONG, soprattutto per l’aspetto che più mi compete, la parte comunicativa. Unire la mia passione per il volontariato alla sfera lavorativa sarebbe sicuramente molto gratificante.

#univrtellers | Davide

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