L’estate si è persa? Noi ci orientiamo

Untitled-1

Ben ritrovati, cari colleghi e compagni d’avventura! Come procedono questi ultimi giorni di luglio? Stando a quello che dice il calendario, dovremmo ormai essere nel bel mezzo dell’estate. Sebbene il clima faccia di tutto per contraddirci, agosto è ormai alle porte: un mese di relax, ma anche un periodo estremamente importante e strategico. Ci sono le ferie, certo, ma ci sono anche tutti i progetti per l’anno che si appresta a cominciare. Ovviamente non sto parlando di anno solare, ma del momento in cui, di solito, sentiamo il bisogno di rimboccarci le maniche e cambiare un po’ le carte in tavola. Che sia per la ricerca di un lavoro o per l’inizio di un nuovo percorso di studi, questo è infatti il momento migliore per agire. Proprio per questo motivo, oggi vorrei parlarvi di un nuovo e interessante servizio di orientamento che la nostra Università, in accordo con Progetto di Vita – Cattolica per i Giovani, ha messo a nostra disposizione.

Lo scenario è questo: da una parte abbiamo l’Ateneo e noi studenti targati UNIVR, dall’altra c’è il team di Progetto di Vita, un’iniziativa attiva nell’ambito dell’orientamento formativo e professionale e rivolta ai giovani dai 18 ai 35 anni. Il punto di intersezione è l’Ufficio Orientamento al Lavoro, in Via Campofiore 19/b, che organizza colloqui individuali e del tutto gratuiti il martedì e il giovedì mattina, dalle 10 alle 13. Tutto quello che dovete fare è chiedere un appuntamento via email (ufficio.stage@ateneo.univr.it) o in ufficio. Nel momento in cui fissate l’appuntamento vi sarà richiesto di lasciare il vostro curriculum vitae. Il giorno del colloquio avrete l’opportunità di conoscere lo staff e toccare con mano questa preziosa opportunità che vi viene offerta in modo completamente gratuito. Le ragazze di Progetto di Vita vi illustreranno, tanto per cominciare, i servizi a vostra disposizione, che vanno dalla valorizzazione delle esperienze formative e professionali già effettuate al vero e proprio percorso di orientamento al lavoro (ma anche allo stage e – perché no? – allo studio). Ma la parte più importante, e forse più utile in questa prima fase, è naturalmente l’analisi approfondita del vostro CV. Il cordiale e disponibile staff  vi chiederà infatti di raccontare il vostro curriculum e di ripercorrere la vostra esperienza formativa e lavorativa, cercando di capire le attitudini, gli interessi e i vostri punti di forza.

Da grandi curiosi quali siamo, noi univrtellers abbiamo già usufruito del servizio, in parte per dovere di cronaca, quindi per raccontarvelo, e in parte (inutile nasconderlo!) anche per puro beneficio personale, per capire come migliorare i nostri curricula. Abbiamo conosciuto Laura Valassi, esperta nella selezione del personale e specialista di orientamento e formazione, e svolto il nostro colloquio. Il bilancio è senza ombra di dubbio positivo, perché gli obiettivi che l’iniziativa Progetto di Vita si pone in questi brevi incontri di mezzora sono stati centrati in pieno: abbiamo capito quali sono i punti deboli dei nostri curricula (che generalmente riguardano l’impostazione e l’efficacia) e, anche se eravamo un po’ scettici su questo punto, imparato a valorizzare le nostre esperienze passate in base al lavoro o allo stage che, di volta in volta, andiamo a cercare.

Ma non è tutto! Alla fine del colloquio, infatti, il vostro coach vi lascerà il proprio indirizzo email, a cui potrete scrivere per dubbi, chiarimenti e modifiche apportate al CV, e le credenziali per accedere a un’area riservata. In questo portale avrete una visione più ampia dei servizi a voi dedicati, di cui i colloqui individuali presso l’Ufficio Orientamento al Lavoro sono soltanto la punta dell’iceberg. Progetto di Vita ha sede in Corso Porta Nuova 11b dove, se vorrete, avrete la possibilità di approfondire il vostro orientamento. Il team ha infatti riservato un’aula per ogni percorso dedicata esclusivamente agli studenti dell’università. I percorsi includono: bilancio delle competenze, per mettere a fuoco le vostre capacità e tracciare un piano per raggiungere i vostri obiettivi; check-up per l’estero, dedicato a chi vuole studiare o lavorare all’estero; tecniche di ricerca attiva del lavoro, per proporre efficacemente la vostra candidatura e sfruttare i giusti canali; formazione sulle soft-skills, per individuare, sviluppare e valorizzare le competenze trasversali. Dal portale online avrete quindi la possibilità di iscrivervi alle sessioni e ai workshop programmati per il mese di settembre (ma non solo). Inoltre, l’offerta formativa di Progetto di Vita sarà valida, per alcuni corsi di laurea, per il conseguimento di crediti formativi.

Insomma, non credo che serva aggiungere altro. L’Università e Progetto di Vita ci stanno offrendo un servizio di grande valore. Credo che sia saggio approfittarne. Scrivete all’ufficio e prenotate il vostro appuntamento. Non costa nulla e avete solo da guadagnarci!

#univrtellers | Francesca

Non v’è mondo fuor di queste mura. Chiediamo la grazia in vista della sessione settembrina

nonvèmondofuordiquestemura800x400

Vi siete ripresi dalla lunga camminata e dai molti scalini fino al belvedere di San Pietro? Avete bevuto qualcosa di fresco nel bar più bello e piccolo di Verona? Bene, perché oggi ci rincontriamo nello stesso bar e riprendiamo il nostro percorso proprio da dove l’avevamo interrotto lo scorso sabato, con un fugace sguardo sul Duomo, la cattedrale di Santa Maria Matricolare. Suvvia, non storcete il naso appena sentite parlare di chiese! La sessione estiva sarà pure finita (o quasi), ma lo sappiamo tutti che settembre è dietro l’angolo e potreste approfittare di questo tour per chiedere la grazia in vista degli esami. Bando alle ciance. Il duomo, dicevamo. La costruzione del duomo di Verona venne portata a conclusione nell’anno 1187, ma sono stati molti gli interventi che, nel corso dei secoli, ne hanno modificato l’aspetto, fino ad arrivare a quello che potete ammirare oggi. La facciata, ad esempio, risale al Cinquecento, e prima di allora non aveva né il rosone né le bifore laterali. Tra l’altro, se osservate attentamente riuscirete a notare i punti ricostruiti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, come le parti in cemento armato nella parte più alta. Particolarmente interessante, poi, è l’enorme campanile e le varie leggende che lo accompagnano. La parte più bassa è romanica, quella mediana risale al Cinquecento, mentre la superiore fu costruita solo tra il 1800 e il 1900 ma rimase incompiuta. Infatti, come avrete notato, al campanile manca la cuspide, ovvero la parte superiore. Perché? C’è chi dice che il progetto del campanile prevedesse una cuspide più alta della Torre dei Lamberti, che però, stando alla normativa comunale, non poteva essere superata da nessun edificio. In realtà, è più probabile che i lavori siano stati arrestati per mancanza di fondi. La cuspide doveva essere molto alta e, conseguentemente, i costi per portare i materiali in cima troppo alti. La torre è infatti alta 75 metri e comprende nove enormi campane risalenti al 1931, la maggiore delle quali pesa bel 4566 chilogrammi, tanto che secondo alcune teorie si tratterebbe di uno dei maggiori complessi al mondo a poter essere suonato a concerto. Teorie e leggende a parte, anche il chiostro è molto bello, e il locale reperimento di alcuni mosaici romani ha fatto pensare alla possibile presenza delle terme romane. Ciò tuttavia non è del tutto provato, anche perché si è sempre preferito non scavare troppo sotto al duomo. Vicino al chiostro troverete anche la chiesa di Sant’Elena, molto probabilmente la prima chiesa della città, la più antica. È purtroppo chiusa al pubblico, ma merita anche dall’esterno. Tornando indietro, già che ci siete potreste soffermarvi un po’ nella biblioteca capitolare, la più antica di Verona, che si trova proprio sulla piazza del duomo.

Spero che con questa breve sosta in biblioteca vi siate riposati, perché ora è il momento di fare una bella camminata che probabilmente vi stancherà un po’ e di raggiungere la basilica di San Zeno, una chiesa a sé stante perché nata fuori dalle antiche mura. Si tratta di un monastero e di uno dei capolavori romanici che la nostra penisola offre. Guardando il lato destro della chiesa è possibile notare le varie fasi dell’ampliamento dell’edificio. Le maestranze sono infatti state numerose e probabilmente hanno anche lavorato in concomitanza e ciò, oltre che dall’esterno, si nota anche nella cripta inferiore. Degne di nota sono, ovviamente, la pala del Mantegna e la statua di San Zeno che ride, ma anche il bellissimo portale: uno dei pochissimi esempi di arte bronzea con soggetto civile. Come nel caso del duomo, anche qui vi consiglio di soffermarvi nel bellissimo chiostro.

Tornando verso il centro della città cogliamo al volo l’occasione e passiamo lungo corso Cavour per visitare due chiese “minori” ma molto suggestive. La prima è San Lorenzo Martire, una chiesa medievale che pare risalire al IV secolo. La chiesa fu completamente distrutta dal violento terremoto che nel 1117 cancellò quasi tutte le tracce di arte alto-medievale veronese, lo stesso che distrusse la recinzione esterna dell’Arena, e fu ricostruita agli inizi del XII secolo. La facciata, piuttosto nascosta e visibile soltanto dal Lungadige, è affascinante perché racchiusa tra due torri cilindriche, mentre l’interno, molto stretto, possiede ancora il matroneo. La seconda chiesa che troviamo in zona è Sant’Eufemia. È piuttosto anonima se vista dall’esterno, ma l’interno è molto affascinante a causa delle dimensioni sproporzionate. La chiesa è infatti bassa ma lunghissima e, seppur non in un ottimo stato di conservazione, merita sicuramente di essere visitata.

Proseguendo per Corso Porta Borsari, oltrepassiamo Piazza Erbe e giungiamo alla bella Sant’Anastasia (originariamente San Pietro Martire). Fa parte di un complesso monastico ed è ufficialmente la chiesa dei veronesi, ornata all’interno con stemmi del comune di Verona ad esaltazione della potenza della città. L’impianto è più a soggetto rispetto a San Zeno, che invece è fortemente progressiva. La decorazione esterna è incompiuta ma sicuramente compiuto è il portale gotico. L’interno è invece davvero ricco di affreschi e decorazioni, tra i quali spunta l’affresco del Pisanello.

sf

Tornando verso la nostra base, la zona universitaria, il nostro viaggio si conclude a San Fermo (qui una piccola chicca). Anche questa chiesa fa parte di un complesso monastico e il chiostro è attualmente la sede della sovrintendenza dei beni culturali di Verona. La chiesa si sviluppa su due livelli e l’elemento più affascinante del livello superiore è sicuramente il soffitto, unico nel suo genere, che riproduce una nave completamente in legno rivoltata. Dentro la chiesa sono anche presenti dei modellini che spiegano come sia possibile sostenere la nave con delle funi. All’interno di San Fermo Maggiore ci sono anche molte decorazioni e cappelle che davvero meritano mezzora del vostro tempo. San Fermo Minore, ovvero il livello inferiore, è una normale cripta, ma la peculiarità è l’assenza di una navata centrale. Ci sono infatti una fila di colonne centrali che spezzano la visione e impediscono la visuale completa della cripta. Si tratta di numerose colonne molto piccole, evidentemente necessarie a sostenere il peso della chiesa superiore.

Bene, per oggi direi che vi ho tediato e fatto camminare abbastanza. Dopo essere usciti da San Fermo, vi lascio sul bellissimo scorcio di Ponte Navi e vi do appuntamento alla prossima puntata! 🙂

 #univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, parte 2

Untitled-1

Cari neo-studenti, bentornati! Considerato l’interesse suscitato dai post precedenti riguardanti le possibilità formative all’estero, vi proponiamo anche questo venerdì la testimonianza diretta di chi  ha vissuto in prima persona l’esperienza Erasmus. La settimana scorsa abbiamo letto le impressioni di Paola a proposito del suo soggiorno alla Fichtburg State University in Massachusetts. Oggi, invece, lasciamo la parola a Muhamed, studente di Biotecnologie che ha deciso di trascorrere un periodo di formazione alla University of Primorska in Slovenia.

Caro Muhamed, cosa ti ha spinto a trascorrere un periodo di studi all’estero?

In primo luogo ho pensato che l’integrazione in un nuovo contesto con persone provenienti da nazionalità diverse mi potesse aiutare ad implementare il mio inglese. In secondo luogo la voglia di aprire le mie vedute a nuove culture, a diversi modi di essere e la possibilità di visitare nuovi luoghi.

Quali sono le tre parole chiave che utilizzeresti per fotografare la tua esperienza Erasmus?

  1. Intercultura
  2. Studenski Boni (buoni per ristoranti)
  3. Mare

Com’è la vita dello studente universitario all’estero? Da quali ritmi è scandita e come si distingue da quella in Italia?

La Slovenia è un paese molto ben organizzato e l’università nella quale sono stato ospite ha sempre risposto in maniera adeguata alle esigenze di tutti noi studenti. La vita universitaria all’estero è scandita da ritmi diversamente impegnativi rispetto al sistema italiano. Le lezioni sono  maggiormente incentrate sulla partecipazione dei frequentanti piuttosto che sull’impegno domestico, con ampia possibilità di scambio di opinioni durante le lezioni.

Quali arricchimenti personali porterai a casa dopo tale esperienza?

Una marea. Il mio inglese che si è dovuto per forza di cose rafforzare, le persone che hanno condiviso con me quest’esperienza, i posti che ho visitato, le cose che ho mangiato, le culture di persone provenienti da diverse parti del mondo, ma soprattutto la voglia che ha acceso in me di continuare a viaggiare, conoscere e confrontarmi.

 

E dalla nostra mini-gallery “Selfie dal mondo”, ecco qui Muhamed!

moh

#univrtellers| Francesca

UnivrMagazine, o dell’essere costantemente aggiornati su ciò che succede in università

Untitled-1

Bentornate giovani matricole! Dopo essermi sudato, in tutti i sensi, l’ultimo esame della sessione estiva posso ufficialmente affermare che è iniziata la mia meritata vacanza. Non so ancora quale sarà la meta che accoglierà il mio tanto atteso far nulla, ma nel frattempo mi posso anche accontentare di un po’ di lago, sole e qualche buona lettura. A tal proposito, vorrei parlarvi oggi dell’UnivrMagazine, il giornale online di informazione dedicato al nostro ateneo. Suddiviso in otto sezioni tematiche (Focus ateneo, Editoriale, Mondo Università, Il punto, Ricerca e Informazione, Cultura e Società, Protagonisti e Vetrina), questo strumento vi consentirà di essere sempre aggiornati su tutto ciò che riguarda l’università di Verona. Dalle semplici informazioni di servizio alle iniziative promosse o sostenute dall’ateneo, dalle nuove ricerche in campo medico-scientifico agli eventi del mese. Il tutto a portata di un clic. Non dovete far altro che aprire la pagina ufficiale dell’università di Verona e cliccare sull’apposito pulsante situato sotto allo slide di immagini.

Immagine

L’UnivrMagazine fa capo all’Ufficio Comunicazione dell’ateneo ed è situato al quarto piano di Palazzo Giuliari. Per coloro che fossero interessati alla scrittura e all’attività giornalistica, l’ufficio offre la possibilità di svolgere uno stage altamente formativo e professionalizzante, durante il quale potrete testare la vita di redazione collaborando alla stesura degli articoli del magazine e svolgere altre stimolanti attività. Un’opportunità da cogliere al volo e che dimostra ancora una volta l’apertura della nostra UNIVR nei confronti dei propri studenti.

Detto ciò vi saluto e continuo la mia lettura del magazine!

P.S. Se sbirciate bene tra gli articoli ne troverete anche uno firmato da noi univrtellers! 🙂

#univrtellers| Davide

Tutti devono andarci, nessuno sa come arrivarci. Cos’è?

Untitled-1

Chiuso il capitolo segreteria, concentriamoci oggi su ciò che per molti studenti, volenti o nolenti, rappresenta il vero Enigma (ebbene sì, con la E maiuscola) dell’università di Verona: dove si trova il Silos di Ponente alias Santa Marta? Tutti sanno della sua esistenza, ma solo i più fortunati sono in grado di raggiungerlo con facilità al primo tentativo! Via Cantarane 24, un semplice indirizzo che se sottovalutato potrebbe rivelarsi essere la causa di molti chilometri e imprecazioni!

Nel corso della vostra carriera universitaria vi capiterà sicuramente di dover affrontare un cambiamento d’aula, improvviso o programmato che sia. Nella migliore delle ipotesi, aprendo con anticipo la bacheca degli avvisi relativi al vostro corso di laurea leggerete: “La lezione del professore X è stata spostata e si terrà nella aula Y del Silos di Ponente”. A quel punto non fatevi prendere dal panico, respirate profondamente e fate mente locale di ciò che avete visto o letto in questo post. Parlo per esperienza personale e di amici. Vi assicuro che trovarsi a girovagare per il quartiere di Veronetta esaminando campanello per campanello, portone per portone, non è il massimo della gioia, soprattutto se la vostra lezione sta per cominciare e avete l’obbligo di frequenza!

Situazione piuttosto ordinaria è anche quella in cui, ormai disperati, avvistate uno studente con un viso familiare perché frequenta la vostra stessa lezione. Felici e sollevati decidete di avvicinarvi per chiedergli informazioni (o per seguirlo di nascosto), ma… scoprite che è nella vostra stessa condizione! Ecco, dunque, svelato il segreto di quelle flotte di pellegrinanti smarriti devoti a Santa Marta. 🙂

Futuri studenti, fate attenzione! Non dimentichiamo che alcuni si sono trovati faccia a faccia con la guardia all’ingresso della stazione della polizia municipale, edificio che, prendete appunti,si trova qualche metro prima!

In qualità di guide, per facilitare i vostri spostamenti vi proponiamo un breve video in cui mostriamo fisicamente il tragitto che vi condurrà al tanto bramato Silos di Ponente. Spero possa esservi d’aiuto!

https://www.youtube.com/watch?v=12fTx7siPjs

#univrtellers | Francesca

Segreteria studenti: la terza guida per il vostro viaggio in UNIVR

articolo

Dopo il secondo appuntamento con le bellezze di Verona torniamo oggi nel cuore dell’università.

Sia io che Francesca vi abbiamo finora parlato delle molte opportunità offerte dal nostro ateneo. Tuttavia, non vi abbiamo mai detto che per poterle sfruttare al meglio e capirne bene il funzionamento non sarete abbandonati a voi stessi! A farvi da guida nel corso della vostra carriera universitaria non ci saremo infatti solo noi due, ma anche un’altra misteriosa entità, che sarà sicuramente in grado di consigliarvi e dare sempre (o quasi) risposta alle vostre domande. Considerato che con il mese di luglio ha avuto inizio il periodo delle iscrizioni e delle talvolta infinite trafile burocratiche, immagino che qualcuno di voi potrebbe già aver capito a cosa mi sto riferendo. Ebbene sì, sto parlando del servizio di segreteria studenti,che comprende al suo interno le segreterie delle quattro macro aree: ben 16 uffici che si occupano della didattica e delle vostre future carriere universitarie. Tutto al vostro servizio, insomma! 🙂

Per chi, come voi, entra per la prima volta nel mondo dell’UNIVR, è bene sapere che le segreterie studenti si occupano della gestione amministrativa della carriera dello studente dal momento del suo ingresso all’università al momento della laurea. A tal proposito, il vostro primo contatto con tale realtà sarà l’immatricolazione ai corsi di studio offerti dall’ateneo. Nel corso dell’anno, poi, le segreterie provvedono alla compilazione dei piani di studio e, una volta sostenuti e superati, alla registrazione degli esami. Supportano anche gli studenti nelle richieste di agevolazione tasse, nella convalida degli esami sostenuti in altre università o nel riconoscimento della carriera pregressa. Devo dire, però, che il lavoro delle segreterie più apprezzato dallo studente risulta essere l’ultimo, ovvero il controllo e la verifica di tutti gli esami sostenuti per l’ammissione all’ultimo stadio, la tesi di laurea. A quel punto l’interminabile coda per raggiungere lo sportello sarà una grande soddisfazione! 🙂

  • Area Scienze Economiche e Giuridiche

Carriere Studenti Economia e Giurisprudenza

Sede: Via San Francesco 22
Telefono Economia: 045.8028364 – 297 (dalle 9 alle 11)
Telefono Giurisprudenza: 045.8028590 (dalle 9 alle 11)
Email: segreteriastudenti.economia@ateneo.univr.it | segreteriastudenti.giurisprudenza@ateneo.univr.it

  • Area Scienze Umanistiche

Carriere Studenti Lettere, Lingue e Filosofia

Sede: Via S. Francesco, 22
Telefono Lingue e letterature straniere: 045.8028294-8006
Telefono Lettere e Filosofia: 045.8028398-8680
Email: segreteriastudenti.lingue@ateneo.univr.it | segreteriastudenti.lettere@ateneo.univr.it

Carriere Studenti Scienze della Formazione e Scienze Motorie

Sede: Via S. Francesco, 22
Telefono Scienze della Formazione: 045.8028167
Telefono Scienze Motorie: 045.8028338
Email: segreteriastudenti.scienzeformazione@ateneo.univr.it | segreteriastudenti.scienzemotorie@ateneo.univr.it

  • Area Scienze della Vita e della Salute

Carriere Studenti Medicina

Sede: Via Bengasi, 7
Telefono: + 39 045 802 7228/29/30
Email: carriere.medicina@ateneo.univr.it

  • Area Scienze ed Ingegneria

Carriere Studenti Area di Scienze e Ingegneria

Sede: Strada le Grazie 15
Telefono: 045.8027053-7827 (dalle 9 alle 11)
Email: segreteriastudenti.scienzeingegneria@ateneo.univr.it

#univrtellers | Davide

Non v’è mondo fuor di queste mura: una passeggiata tra la storia e i vostri pensieri

nonvèmondofuordiquestemura800x400

Davvero interessante la testimonianza di Paola, non trovate? E voi avete mai fatto un’esperienza del genere?

Ora però è il momento di tornare in quel di Verona per il secondo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata alla città scaligera. Lo scorso sabato abbiamo parlato delle principali mete turistiche: casa e tomba di Giulietta e Arena. Argomenti magari un po’ scontati per chi vive a Verona, ma andando avanti speriamo di trovare scorci nascosti che possano stimolare la curiosità di tutti.

Oggi il nostro viaggio comincia a Ponte delle Navi. Un ponte che sicuramente conoscete molto bene dal momento che collega la zona universitaria al centro di Verona. L’unico (oltre naturalmente a quello di Castelvecchio) ad essere stato costruito dagli scaligeri, al fine di colmare l’assenza di un collegamento con la parte est della città. Da Ponte Navi, e dal bellissimo scorcio sulla basilica di San Fermo (non mi stanco mai di contemplarla!), ci muoviamo ora verso nord, quindi verso destra se venite dall’università o verso sinistra se invece venite dal centro, e oltrepassiamo Ponte Nuovo. Avete già indovinato la nostra destinazione, vero? Prima di arrivarci lasciate che vi sveli una piccola curiosità. Per coloro di voi che non lo sapessero, tra Ponte Nuovo e il noto Ponte Pietra un tempo c’era un altro ponte: Ponte Postumia. Insieme a Ponte Pietra, era uno dei due ponti romani di Verona e sorgeva proprio nel punto in cui oggi trovate la bellissima basilica di Sant’Anastasia, che ai tempi non era ovviamente ancora stata costruita. Il ponte, esclusivamente pedonale, era in marmo rosa di Verona e aveva un’anima in legno, ma oggi vive solo nella memoria di alcune illustrazioni d’epoca.

Più vivo che mai è invece l’affascinante Ponte Pietra, completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale (come tutti i ponti di Verona) e successivamente ricostruito. Ponte Pietra è il collegamento con la zona più antica della città, la nostra destinazione: colle San Pietro. Ebbene sì, la parte più antica, quindi quella archeologicamente più interessante. La città di Verona nasce infatti proprio sulla collina, punto strategico per il controllo sull’Adige, e solo successivamente si sposta in pianura. Fu proprio in questa zona che vennero ritrovate tracce di insediamenti preromani. Storia a parte, se siete dei fotografi o se semplicemente amate panorami e tramonti non potete fare a meno di visitare questa zona di Verona. La strada per arrivare in cima non è poi neanche troppo lunga e durante il tragitto avrete anche la possibilità di sbirciare dentro al Teatro Romano, che nel periodo estivo ospita splendidi concerti.

Una volta arrivati in cima, oltre al bellissimo panorama che vi consiglio di ammirare sia di giorno che di notte, troverete un imponente edificio. In questo posto, un tempo si ergeva l’antico Castrum romano di cui oggi, purtroppo, pressoché nulla rimane. Alla fine del XIV secolo, infatti, Gian Galeazzo Visconti decise di trasformarlo in un castello, che sarebbe servito come residenza per il comandante militare. Il castello cadde però in rovina a inizio 1800, quando venne quasi completamente distrutto da Napoleone. Di lui oggi rimane soltanto l’altissimo muraglione in pietra nella parte posteriore, tristemente abbandonato ma ancora maestoso. Qualche anno dopo, intorno al 1850, si decise di dare il via alla costruzione di una caserma austriaca e l’edificio che ne risultò è quello che potete ammirare tutt’oggi. L’impronta austriaca è ben riconoscibile dai portali, ma il risultato finale non entusiasmò gli abitanti di Verona, motivo per cui, successivamente, si decise di aggiungere la merlatura. La caserma è attualmente disabitata e i numerosi progetti di recupero sono purtroppo difficili da attuare.

sp

Location ideale per una serata romantica, ritiro momentaneo per rifugiarsi nei pensieri con l’iPod sparato nelle orecchie, set fotografico d’eccellenza, punto di partenza (o arrivo) per una rilassante corsetta sui colli veronesi. San Pietro può essere tutto questo e molto altro e il pensiero di andarvene vi regalerà qualche sospiro malinconico. Ma niente panico! Prima di reimmergervi nel trambusto cittadino potreste concedervi una piccola deviazione. Tanto per cominciare potreste prendervi un momento di relax lungo le sponde dell’Adige. Proprio sotto a Ponte Pietra c’è infatti un sentiero che costeggia il fiume: il posto ideale per un po’ di sano stream of consciousness. E già che ci siete, se avete un altro quarto d’ora potreste rinfrescarvi dal caldo di questi giorni andando a bere qualcosa di fresco in uno dei bar più belli (e piccoli) di Verona. Continuate a costeggiare esternamente il fiume verso la parte ovest, attraversate il primo ponte che incontrate (Ponte Garibaldi) e raggiungete la piazza del Duomo. Posizionatevi al centro della piazza e, già che ci siete, ammirate la cattedrale. Ci siete? Bene, ora voltatevi, guardatevi intorno e ditemi se notate qualcosa di delizioso. Ma ora basta parlare. «Parole, parole, parole…» 🙂

Ci leggiamo lunedì. Buon fine settimana!

#univrtellers | Davide

#selfiedalmondo, parte 1

 

Untitled-1

Nel post di ieri vi abbiamo parlato del Progetto Erasmus e WorldWide Study. Tuttavia, la presentazione di queste due grandi esperienze formative non poteva considerarsi completa senza la testimonianza di chi le ha vissute in prima persona. Abbiamo quindi contattato Paola, studentessa venticinquenne frequentante il corso di Laurea Magistrale in Lingue per la Comunicazione Turistica e Commerciale, che ha gentilmente accettato di condividere con tutti noi il suo soggiorno all’estero, più in particolare alla Fitchburg State University in Massachusetts, Usa.

Cara Paola, cosa ti ha spinto a trascorrere un periodo di studi in un paese straniero?

«Mi sono iscritta al corso di Laurea Magistrale mentre già lavoravo e per questo motivo non ho mai potuto frequentare le lezioni. Quando ho saputo del WorldWide Study e dell’opportunità di trascorrere quattro mesi negli Stati Uniti ho presentato immediatamente domanda, senza pensarci un attimo. Cosa mi ha spinto? La voglia di immergermi totalmente in una nuova cultura e di vivere la quotidianità di un altro Paese, molto diverso dal mio. Il desiderio di parlare tutto il giorno tutti i giorni un’altra lingua, e di raggiungere una sensibilità linguistica pari a quella di un madrelingua. Infine, la possibilità di vivere un’esperienza unica con valore sia personale che professionale»

Quali sono le tre parole chiave che utilizzeresti per fotografare la tua esperienza WorldWide Study?

«La prima parola è senza dubbio SFIDA! Per quanto potesse sembrare facile e divertente, attraversare l’oceano da sola e andare a vivere in un luogo dove non conoscevo nessuno ed ero lontana da casa, dalle mie abitudini e da tutto ciò che conoscevo, non è stato facile. Ho sfidato molte delle mie piccole paure (tra cui quella della lavatrice!!!) e sono tornata diversa, più forte, più consapevole di me stessa.

La seconda parola è AVVENTURA. Tutto era nuovo e mi sono trovata a fare i conti con la mia intraprendenza: dall’aprire un conto in banca a stipulare un’assicurazione, dal parlare con i docenti e al vivere innumerevoli imprevisti, come perdersi nella metropolitana di New York, vedere un alce che attraversa la strada, spalare un metro di neve per muovere la macchina!

La terza parola è , infine, CAMBIAMENTO. Il WorldWide Study mi ha cambiato la vita e lo ricorderò per sempre. Ogni momento durante e dopo questa esperienza ha avuto e avrà un valore diverso: ho rivisto tutte le mie priorità, a partire dagli amici, la famiglia, la scuola e il lavoro. Ora il mondo mi sembra più piccolo e ho sempre una grandissima voglia di viaggiare, conoscere nuove culture e persone. Ho scoperto che chi viaggia vive davvero due volte»

Com’è la vita dello studente universitario all’estero? Da quali ritmi è scandita e come si distingue da quella in Italia?

In America ho potuto assaporare la magica esperienza del campus. Sembra quasi di essere in un piccolo villaggio dove devi condividere tutto con i tuoi compagni universitari: la camera, il salotto, la biblioteca, la cucina, la palestra e le feste. È un’occasione straordinaria per conoscere persone e convivere con loro, scoprendo ogni lato della cultura americana.

Il rapporto con i docenti è molto più personale, le classi sono più piccole e puoi davvero interagire con compagni e professori come a scuola. Le lezioni sono più pratiche e meno teoriche, ci sono tre o quattro esami per ogni corso durante il semestre, e c’è quasi sempre un lavoro di gruppo da fare con presentazione alla classe. I club a cui ti puoi iscrivere sono davvero tantissimi, per non parlare degli sport offerti. Ce ne sono un’infinità e tutti sono ammessi: l’importante è partecipare!»

Quali arricchimenti personali porterai con te?

«L’aver conosciuto tante persone fantastiche, l’aver avuto prova che l’integrazione funziona ed esiste: ho conosciuto africani, sudamericani, asiatici, europei e tutti vivevano in perfetta armonia. Porterò a casa, inoltre, l’aver migliorato il mio inglese, l’aver viaggiato e visto alcune tra le più belle città al mondo, senza parlare delle meraviglie della natura. È senza dubbio un’esperienza che non ha prezzo!».

E dalla mini-gallery “Selfie dal mondo” targata #univrtellers ecco qui la nostra Paola in visita alle Cascate del Niagara!

paola-zorzan1

#univrtellers | Francesca

 

Al di là delle mura: Erasmus e WorldWide Study

Untitled-1

Dopo aver fatto una chiacchierata sui servizi interni all’università, oggi vorrei accompagnarvi in un viaggio che esula dal nostro ateneo, oltrepassando anche quelle mura al di fuori delle quali, secondo William Shakespeare, non vi sarebbe mondo. L’università può infatti essere il trampolino di lancio per tuffarvi in un’esperienza che, stando alle parole di chi l’ha già fatta, ricorderete per sempre come una delle più belle e importanti della vostra vita: l’Erasmus. Molti studenti probabilmente sottovalutano l’opportunità offerta da questi scambi, grazie ai quali l’università ci offre il permesso di trascorrere un periodo di studio più o meno lungo presso un ateneo straniero. Per essere più presici, l’Erasmus gestisce la mobilità all’interno dell’Unione Europea, mentre il WorldWide Study, come suggerisce il nome stesso, supera anche questi confini.

Tuttavia, molti non sembrano essere particolarmente allettati dall’idea. Paura dell’ignoto? Fidanzati da cui è impossibile separarsi? Sì e no. Basta entrare nel chiostro e buttare lì l’argomento per farsene un’idea: la maggior parte degli studenti che rinunciano all’Erasmus portano come motivazione il timore delle varie trafile burocratiche che il trasferimento all’esterno comporta. Altri sembrano invece più preoccupati dall’aspetto finanziario della questione. Ovviamente non si può obiettare su quest’ultimo punto, ma vorrei in ogni caso ricordarvi che le borse di mobilità studentesca messe a disposizione per noi studenti non sono poi così esigue come molti pensano. Parte di questo contributo viene erogato dall’Unione Europea, che garantisce un importo mensile di 230 o 280 euro (in base alla destinazione scelta), mentre l’Università di Verona mette a disposizione un importo che varia di anno in anno. Giusto per darvi un’idea, gli studenti in partenza nell’anno accademico 2014/2015 riceveranno dall’Università 140 euro al mese. A questi si possono poi aggiungere i contributi rivolti agli studenti con condizioni socio-economiche svantaggiate e disabili e un ulteriore importo conferito, di solito alla fine del soggiorno, dal Ministero dell’Università.

Il soggiorno di studio Erasmus dura minimo tre mesi e massimo dodici mesi e la domanda di candidatura scade intorno alla metà di marzo. Il WorldWide prevede invece un soggiorno di un semestre o di un intero anno accademico e la domanda va presentata a febbraio.

Insieme al bando per l’assegnazione delle borse viene anche pubblicato l’elenco delle sedi con cui l’Università ha attivato lo scambio. Affianco a ogni sede troverete indicata la durata della permanenza (che appunto è stabilita a priori, ma volendo può essere prorogata fino a massimo dodici mesi o ridotta, in casi eccezionali, a tre) e la competenza linguistica richiesta (alcune università chiedono un A2, altre sono più esigenti e possono arrivare a chiedere un C1). La parte più complicata arriva probabilmente a questo punto, quando vi ritroverete a spulciare i siti di decine di università alla ricerca dei corsi che più vi interessano. So bene che può essere una procedura lunga e frustrante, ma probabilmente avrete già in mente il paese in cui vorreste andare e in ogni caso vi assicuro che gli sforzi saranno ripagati. E poi avrete comunque la possibilità di indicare una lista di tre università che vi interessano, quindi in questa fase vi è ancora concesso di non avere le idee ben chiare! Una volta consegnata la domanda, corredata di tutti gli allegati richiesti (accertatevi in anticipo di essere a posto con le certificazioni linguistiche e se non lo siete organizzatevi in anticipo per sostenere gli esami del CLA, il Centro Linguistico d’Ateneo di cui parleremo più avanti), sarete sottoposti a un colloquio motivazionale che, come tale, è semplicemente volto a capire perché avete scelto quelle destinazioni piuttosto che altre e a indirizzarvi verso la più adatta in base ai vostri interessi e al vostro percorso. A distanza di poco tempo, l’Università pubblicherà la graduatoria, che viene stilata tenendo conto del numero di esami sostenuti (e quindi dei crediti), della media, dell’esito del colloquio motivazionale e dei posti che le università ospitanti riservano a studenti Erasmus (non vi scoraggiate se vedete solo uno o due posti riservati all’Università che vi interessa: la commissione che stila le graduatorie farà di tutto per venire incontro alle vostre richieste e vedersi assegnare la prima opzione scelta non è affatto impossibile). Graduatoria alla mano, l’Ufficio Relazioni Internazionali si impegnerà a comunicare il vostro nome all’Università ospitante (nomination), mentre a voi spetterà il compito di inviare l’application, e preparatevi in anticipo perché i tempi tra la pubblicazione della graduatoria e la deadline dell’application sono davvero ristretti. Diciamo che, arrivati a questo punto, già dovreste aver deciso più o meno quali esami sostenere e magari aver preso contatti con i professori di Verona per chiedergli se possono essere riconosciuti, perché alcune università estere insieme all’application vi chiederanno subito il learning agreement, ovvero il piano di studi, con la lista dei corsi che avete intenzione di frequentare e i corrispettivi insegnamenti di Verona. Il learning agreement può essere modificato durante il soggiorno e, se compilato diligentemente e con la supervisione del professore incaricato (ogni sede ospitante ha un corrispondente professore di Verona che si occupa di gestire lo scambio e a cui potrete rivolgervi per dubbi o chiarimenti), servirà anche ad evitare la spiacevole situazione di non vedervi riconosciuti gli esami sostenuti al vostro rientro in Italia. Arrivati a questo punto, il più è praticamente fatto. Qualche università potrebbe richiedervi ulteriori test di competenza linguistica o imporre degli ulteriori prerequisiti per l’accesso ai singoli corsi ma, anche in questo caso, sono tutti ostacoli che con un po’ di buona volontà si superano.

Per qualsiasi dubbio (e per la consegna della documentazione) potrete rivolgervi all’ufficio di competenza.

Ufficio Relazioni Internazionali

Via San Zeno in monte, 1

Ricevimento studenti: lunedì – mercoledì – venerdì dalle 10 alle 13

Email: relazioni.internazionali@ateneo.univr.it

Per oggi direi che può bastare. Restate connessi: nei prossimi giorni pubblicheremo esclusive e affascinanti testimonianze di studenti che, proprio in questo momento, stanno vivendo questa avventura! A presto!

#univrtellers | Davide

I centri del sapere dell’UNIVR: le biblioteche

biblio

L’enciclopedia mondiale, la biblioteca universale, esiste, ed è il mondo stesso.

Alberto Manguel

Eccoci ritornati. In questo momento mi trovo letteralmente sommersa dai libri nel freddo glaciale della Frinzi, la biblioteca ad un passo dal chiostro di San Francesco. A differenza delle estati precedenti, quando chiunque entrando poteva fare una sauna senza spendere un centesimo, hanno deciso di esagerare con l’aria condizionata recuperando il tempo perso.  Scherzi a parte, il perché sono qua è facile da intuire. La settimana prossima dovrò sostenere uno degli ultimi esami di questa sessione estiva e non vi nascondo che mi sono trovata leggermente indietro con lo studio. Quindi da oggi post brevi e full immersion nella cultura 🙂 Quando ho guardato il programma didattico dell’insegnamento mi sono messa le mani fra i capelli… disperata! I libri non erano molti, ma dovendo studiare cinque pagine di uno, trenta dell’altro, un capitolo di questo e un capitolo di quello mi sono trovata a trascorrere le mie giornate in biblioteca. All’università, lo imparerete da voi, spesso è la prassi.

Nei casi migliori questo problema viene risolto dalla mitica dispensa, un plico di fotocopie prese dai vari libri e messe a disposizione direttamente dal professore in una delle mille copisterie che circondano l’università. Evidentemente questa volta la fortuna non mi ha assistita e allora, armata di una gran dose di pazienza e volontà, ho deciso di rinchiudermi in Frinzi per reperire i libri, fotocopiarli e visto che ci sono studiare in tranquillità. Scordatevi il silenzio assoluto, soprattutto in “piccionaia”, ma non preoccupatevi, troverete sicuramente la vostra concentrazione interiore 🙂 Inoltre, frequentare la biblioteca potrebbe anche rivelarsi un’ ottima occasione per stringere nuove amicizie. In fondo l’università è bella anche per questo, no?!

Il sistema bibliotecario del nostro ateneo è ben organizzato. È composto da due biblioteche centrali, Frinzi e Meneghetti, e da 36 biblioteche dipartimentali che garantiscono  l’accesso alle risorse cartacee, digitali e elettroniche per le esigenze della ricerca e della didattica.

La biblioteca Frinzi, una chiesa del 1596 dedicata a san Francesco di Paola, è il punto di riferimento principale per gli studenti delle macro aree umanistica-economica e giuridica. I servizi offerti sono veramente ampi. Ecco un po’ di numeri: dispone di quasi 500 posti a sedere suddivisi tra Emeroteca (qui sì che potrete trovare un silenzio assoluto!), sala lettura e sala consultazione, disposti su tre piani accessibili anche tramite ascensore. Il tutto dotato di rete wi-fi. Anche il patrimonio bibliografico è molto ricco: 180.000 volumi in sede e almeno altri 250.000 conservati presso le Biblioteche del Polo umanistico-economico-giuridico. Microforme e documenti in formato digitale, 4.000 riviste cartacee, oltre 53.000 riviste scientifiche in formato elettronico e un centinaio di importanti banche dati online. Per le informazioni sugli orari di apertura e gli avvisi vi rimando a questo link.

La biblioteca Egidio Meneghetti è invece la struttura di riferimento per i corsi di laurea di Medicina e chirurgia, Scienze matematiche, fisiche e naturali e Scienze motorie. Sicuramente il nostro amico Davide, che qui è di casa, saprà fornirvi qualche informazione in più. Io posso limitarmi a dire che anche qui i numeri parlano chiaro: 300 posti a sedere, 31.000 volumi, 33.000 ebook e 2300 periodici cartacei. Niente male vero?

 #univrtellers | Francesca